Anche l'associazione ed il sindacato dei prefetti si inseriscono nel turbine delle polemiche sorte in seguito all'ordinanza emessa dal presidente della regione Sicilia Nello Musumeci ed il ministero dell'Interno. Se da un lato il governatore continua a fare pressione senza tornare indietro di un millimetro per ottenere lo svuotamento degli hotspot siciliani ed il trasferimento dei clandestini in essi ospitati, dall'altro il governo si limita a bacchettare lo stesso Musumeci senza tuttavia proporre qualche soluzione al problema, e anzi trovandosi a fronteggiare la recente notizia del primo caso di positività tra i poliziotti operativi a Lampedusa.
Una situazione in continua evoluzione e decisamente spinosa, nella quale entrano i rappresentanti dei prefetti, i quali attaccano Musumeci per l'ultimatum lanciato e chiedono al governo di fare chiarezza sulla vicenda e sulla definizione dei ruoli delle parti coinvolte. "Suscita stupore l'iniziativa del Presidente della Regione Sicilia, stando a notizie di stampa, di sollecitare le prefetture di quel territorio - pena, nella negativa, possibile deferimento alla Autorità giudiziaria - a dare tempestiva esecuzione alla ordinanza con la quale ha disposto la chiusura di hot-spot e centri di accoglienza migranti". Questo l'incipit del comunicato congiunto firmato dal presidente di Associazione prefettizi (Ap) Antonio Corona e del presidente dell'Associazione sindacale dei funzionari prefettizi (Si.N.Pre.F.) Antonio Giannelli.
"Senza entrare minimamente nel merito della questione, varrà infatti nondimeno rammentare, in proposito, che com'è noto, al pari di quelle presenti su tutto il territorio nazionale, tali strutture sono operative per l'accoglienza di persone su specifiche disposizioni del Viminale, con il quale solamente vanno pertanto affrontati e risolti possibili motivi di confronto". I prefetti tentano dunque di svincolarsi dalla responsabilità dell'attuazione del provvedimento di Musumeci, sottolineando che solo allo Stato spettino determinate decisioni e rivendicando il proprio ruolo
"Quanto sta accadendo in queste ore, con ordinanze, di Presidenti di Regione e Sindaci, contrastanti con direttive e circolari ministeriali, sta ancor maggiormente agitando un quadro normativo complesso in tema di gestione dell'accoglienza degli immigrati, resa oltremodo difficile dalle altrettanto delicate procedure per prevenire la diffusione del Covid. Da sempre i prefetti, come ampiamente dimostrato lavorando in silenzio e sul campo anche in occasione dell'emergenza prodotta dell'epidemia in atto, garantiscono l'unità della Repubblica, raccordando la rete istituzionale a livello territoriale", aggiungono ancora Corona e Giannelli. "Per questo, nello spirito di servizio che ne connota ruolo e stile operativo, essi continueranno ad assicurare l'operatività necessaria a superare il delicato momento che il Paese sta vivendo, nonostante le tante carenze in termini di risorse umane che restano da colmare con urgenza".
I rappresentanti prefettizi chiedono più chiarezza per quanto riguarda ruoli e responsabilità nella gestione della delicata vicenda.
"In questo contesto attendono che si definisca con chiarezza chi deve fare cosa, così da evitare, ora e come anche nel recente passato, di 'pagare' con avvisi di garanzia o con inviti a dedurre del Giudice contabile, l'operare per trovare, direttamente sul campo, soluzioni concrete a situazioni emergenziali o di non prevedibile sopravvenienza. Le scriventi Organizzazioni sindacali", conclude la nota, "continueranno a seguire con la massima attenzione gli sviluppi della vicenda".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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