Meglio di ogni altra critica «istituzionale», c'è uno spassoso videomontaggio che rende lo stato confusionale in cui versa la ministra della Pubblica istruzione, Lucia Azzolina. Il «filmino» dura 30 secondi divisi equamente tra la ministra che annuncia su Sky TG24 la sua idea di «didattica mista» e Lino Banfi che, nei panni di mister Oronzo Canà, spiega ai giocatori della Longobarda la sua «bizona 5-5-5». La confusione tra i due «moduli» ha diversi punti in comune, a riprova di come la ministra pentastellata e l'allenatore pugliese siano entrambi «nel pallone».
La Azzolina aveva annunciato, in vista della «riapertura scolastica di settembre», una soluzione «originale»: «Metà alunni in classe e metà collegati da casa con una alternanza nella settimana sui banchi...»); peccato che, nel giro di appena 24 dopo, la ministra abbia derubricato l'«idea rivoluzionaria» al rango ben più modesto di «semplice proposta». Non certo più decisionisti si sono rivelati i suoi «progetti» relativi all'ormai imminente esame di Maturità su cui grava, in mancanza di «circolari attuative», una cortina fumogena che la politica degli annunci a getto continuo rende sempre più fitta.
In questo clima di perenne indecisione poteva mancare il caos sull'«esame conclusivo del primo ciclo» (cioè quello di ragazzi della terza media)? La risposta dell'Associazione nazionale presidi è scontata, tanto che il presidente, Antonello Giannelli, ha inviato ieri alla ministra una lettera tormentata.
L'organizzazione che rappresenta i capi d'istituto denuncia la «grande aleatorietà della valutazione finale, con possibilità di esplosione del contenzioso, dato che i genitori sono (giustamente) molto attenti al voto di diploma». «In particolare - scrive l'Anp - è richiesto alle scuole di varare, in tempi strettissimi, indicatori concernenti non solo la valutazione dell'elaborato, ma soprattutto quella del percorso triennale che, in precedenza, era elemento che concorreva alla valutazione di altri e non riceveva invece una valutazione a se stante». Una prosa che dimostra quanto i presidi, in fatto di burocratese, non siano secondi a nessuno; impressione confermata dal passaggio successivo, nel quale si «stigmatizzano i tempi troppo ristretti e la conseguente impossibilità di gestire al meglio la didattica a distanza che dovrebbe proseguire regolarmente per tutte le classi, terminali e intermedie». Proviamo a capirci qualcosa dividendo la questione in tre punti: «In particolare, entro il termine di un mese da oggi, ogni dirigente di scuola secondaria di primo grado si troverebbe a dover: 1) riunire il collegio per deliberare modalità e criteri di valutazione dell'elaborato e del percorso triennale; 2) assegnare un termine congruo per la formulazione dell'elaborato (almeno una settimana); 3) partecipare, presiedendo i rispettivi consigli, alla presentazione degli elaborati». «Impossibile», concludono i presidi.
Che rilanciano con una proposta: «Suggeriamo di lasciare all'autonomia delle istituzioni scolastiche la calendarizzazione delle operazioni d'esame, prevedendo che queste si concludano entro il termine, realistico, del 30 giugno».Ora si attende che la ministra batta un colpo. Definitivo. Più o meno.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.