Il prete barricato in posta, le risse e i negozi ribelli: un giorno di follia No Pass

Da ieri la stretta sul certificato: pochi disagi. Trieste: assalto all'ufficio postale, poi chiuso

Il prete barricato in posta, le risse e i negozi ribelli: un giorno di follia No Pass

Per molti è un'ormai un automatismo tirare fuori il green pass per entrare nei luoghi pubblici e da ieri anche nei negozi, in banca e negli uffici postali. Ma c'è una minoranza che non vuole sapere di mostrare il certificato e che nel primo giorno di estensione dell'obbligo di green pass ha dato dimostrazione della propria insofferenza verso una misura che, di fatto, ha dato una bella spinta alla vaccinazione. Come quel prete ligure che ieri si è barricato alle Poste dopo aver preteso di pagare alcune bollette senza mostrare il green pass o quella giovane che in brianza ha dato in escandescenze in un bar che le ha negato un drink perché non aveva il necessario Qr code. A Trieste è stato addirittura chiuso l'ufficio postale centrale dopo che una quarantina di No vax ha protestato perché senza green pass non gli è stato consentito di spedire raccomandate. Uscendo gli attivisti si sono incamminati verso un altro ufficio, scadendo slogan e per questo saranno denunciati per manifestazione non autorizzata.

Casi estremi di una giornata che tutto sommato è filata liscia, senza particolari disagi, con i clienti che si sono mostrati collaborativi, giusto qualche sporadica protesta qua e là. Per lo più gli uffici postali e le grandi catene di abbigliamento si sono dotati di totem all'ingresso, ci sono negozi che fanno controlli a campione e altri che il certificato lo chiedono a tutti per non rischiare sanzioni. Numerosi locali avvisano i clienti delle nuove regole con cartelli all'ingresso, mentre alcuni esercizi, tra farmacie ed erboristerie, ricordano che per entrare non c'è obbligo di certificato verde. Non manca qualche negozio No pass. Eclatante la protesta di Capri. Nelle vie dello shopping dell'isola in diversi esercizi commerciali sono comparsi dei cartelli con questa scritta: «Da oggi sono benvenuti tutti i clienti. No al green pass, no alla discriminazione, no alle leggi razziali. Discriminare chi entra in negozio è una vergogna».

Tra chi ritiene il lasciapassare una discriminazione c'è anche Don Piero Corsi, parroco di Bolano, piccolo comune della provincia spezzina, denunciato per interruzione di pubblico servizio per essersi barricato in un ufficio postale dove voleva fare alcune operazioni senza certificato. La sua protesta è andata avanti per mezz'ora. Irremovibile, ha rifiutato di cedere il posto ai clienti in attesa, nonostante alcuni di loro si fossero offerti di saldare le sue bollette. Sono dovuti intervenire i carabinieri per farlo uscire, portarlo in caserma e sanzionarlo. A Seveso, a Monza Brianza, è andato in scena invece lo show di una diciottenne entrata in un bar per bere un gin. Quando il barista le ha chiesto di esibire il green pass ha prima cominciato ad insultarlo e poi ha scagliato un portatovaglioli contro la vetrata del locale, mandandola in mille pezzi. La giovane ha anche riempito di parolacce, calci e spunti un infermiere del 118 intervenuto. Bloccata dai carabinieri è stata arrestata per violenza, minaccia, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento.

Ad Alessandria, invece, una cena di No vax in un ristorante già sanzionato per violazioni delle norme anti-Covid è stata interrotta dai militari che hanno trovato diverse persone senza green pass. Durante le operazioni di identificazione i clienti hanno cominciato a gridare «libertà, libertà», accusando i carabinieri di violare la Costituzione e lamentando il ritorno alla «dittatura».

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