«Matteo Renzi sta facendo in piccolo quello che ha già tentato di fare senza successo con il Terzo polo. Sta nascendo una costola di un progetto già fallito». Il deputato e coordinatore in Lombardia di Forza Italia Alessandro Sorte non teme le manovre di Renzi, pronto a lanciare «il Centro», possibile nome dei nuovi gruppi parlamentari dopo la scissione con Azione e di una lista che punta a rosicchiare voti agli azzurri e all'ala riformista del Pd: «Non siamo per niente preoccupati. Anche perché - spiega Sorte - la vera notizia è che il suo cartello elettorale con Carlo Calenda è definitivamente esploso. I gruppi si divideranno e chi sta in mezzo, con il nostro sistema elettorale, è destinato a essere ininfluente. Renzi si imbatterà in diverse contraddizioni politiche». A partire dal fatto che il leader di Italia Viva «non fa parte del Ppe e i suoi uomini sul territorio governano in giunte di sinistra». Ed è qui che emergono le differenze sostanziali. L'orizzonte è quello delle europee del prossimo anno, ma Forza Italia non ha intenzione di restare a guardare. «Chiederemo un voto utile per il nostro Paese - continua - perché solo noi facciamo parte dell'unica famiglia europea che può veramente dare il contributo maggiore all'Italia». Una Forza Italia alternativa alla sinistra europea, «con la quale c'è un abisso sulle politiche ambientali», ma anche dall'estrema destra: «Sul tema dell'immigrazione e del debito alcuni partiti nazionalisti mettono in difficoltà il nostro Paese». Su un punto, infatti, gli azzurri non arretrano, con buona pace della Lega: «Il Ppe non farà mai alleanze con l'estrema destra tedesca e francese. È inutile vincere le elezioni se su alcune questioni c'è totale disaccordo». Partendo da questi presupposti, l'obiettivo è quello di diventare la casa dei moderati, provando a riunire le varie anime liberali del Paese: «Ma non dovrà essere un cartello elettorale. Noi siamo gli unici in grado di fare una sintesi tra tutti coloro che si riconoscono nel Ppe, il partito che dà le carte in Europa». Da Giovanni Toti a Maurizio Lupi, fino a Lorenzo Cesa e Luigi Brugnaro. E perché no, anche Roberto Formigoni e Letizia Moratti: «Chi si riconosce in un manifesto di appartenenza può aggiungersi, chiedendo delle garanzie, come è giusto che sia - prosegue Sorte - ma sono sicuro che anche loro non siano interessati a un rapporto occasionale. Serve un ragionamento più profondo su una piattaforma di valori». Tra l'altro «anche il meccanismo delle elezioni europee con le preferenze facilita tutto ciò sottolinea - ognuno avrà la possibilità di pesarsi». Rafforzare l'area liberale non solo in Europa ma anche nel governo in Italia. Specie dopo alcuni provvedimenti che gli azzurri non hanno condiviso, tipo la tassa sugli extraprofitti delle banche: «È come dire viva la mamma. Siamo tutti a favore ma la norma va scritta e gestita meglio. Altrimenti i costi per i risparmiatori saranno più alti dei benefici».
Intanto Forza Italia si prepara a una nuova stagione di congressi, già fissati nel 2024: «Siamo onorati di avere il
sostegno della famiglia Berlusconi e convinti che il nostro spazio politico sarà determinante in tutti gli equilibri - conclude Sorte -. Non dimentichiamoci che Bettino Craxi con il 10 percento ha governato l'Italia per anni».
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