A pochi giorni dal responso delle urne, Carlo Fidanza (foto) ha una certezza: «Giorgia Meloni sarà la kingmaker dei tavoli post Europee». A sinistra provano a scansare il pensiero. «Lo sanno che sta per accadere ma lo rifiutano. Continuano a ripetersi che non è possibile». Non è una novità: è già successo con le elezioni Politiche del 2022, con un esito noto. Sono due i fattori pronti a smentire socialisti e democratici: «La forza dei numeri e la credibilità dell'Italia». Nicolas Schmit, Spitzenkandidat di S&D, sostiene che Meloni e l'Ecr non siano spendibili in una qualsivoglia alleanza europea: vizio di democraticità, dice. «Non sono democratici», ha esclamato qualche settimana fa il politico lussemburghese, includendo i conservatori dell'Ecr e sovranisti d'Id. Critiche e argomentazioni che vanno avanti da mesi. Anche in queste ore Schmit ha continuato: «Meloni non capisce l'Europa», ha dichiarato al Corriere della Sera. «Respingiamo questa narrativa - continua l'europarlamentare di Fdi - , riteniamo grave e condannabile il fatto che Elly Schlein non abbia preso le distanze da quelle dichiarazioni». L'europarlamentare italiano reputa pericoloso questo andazzo comunicativo: «Si alimenta questa idea che ci sia un regime autoritario che mette a rischio la democrazia, e si crea un brodo di cultura che legittima azioni violente. In Slovacchia è già successo».
Ma quella dei progressisti è solo «falsa propaganda». Carlo Fidanza, classe 1976, ha condiviso con la premier tutto il percorso di militanza giovanile. Oggi, da capodelegazione di Fdi in Ue, è il capolista nel collegio Nord-Ovest proprio dietro la premier. Con la Meloni «kingmaker», è naturale ragionare sulle alleanze. Un punto di domanda riguarda i liberali. «Mi pare che Renew si stia dilaniando proprio sul tema della collaborazione coi partiti di destra», racconta. I casi elencati sono Olanda e Repubblica Ceca. E l'Ecr, in Svezia e in Finlandia, è già alleato con formazioni liberali. «Mi pare che ci sia vita oltre Macron», ironizza l'europarlamentare di Fdi. «Macron è a picco, rischia di essere il grande sconfitto di queste elezioni Ue. Se crolla, si apre uno scenario interessante».
La ricomposizione della destra europea, cioè un blocco unico tra Ecr e Id, non è un argomento di attualità. Però con Marine Le Pen «ci sono sintonie su alcuni temi e su cui abbiamo già lavorato insieme» «Non solo con Marine Le Pen. Vediamo», aggiunge Fidanza. Anche perché il Rassemblement National ha «cominciato a ragionare di una necessità in previsione delle prossime presidenziali». Cioè «quella delle alleanze, dato che l'autosufficienza del fronte lepenista finora non è stata vincente». La sinistra italiana fa fatica in patria ma anche in Europa. La sensazione, da Strasburgo, è che Elly Schlein sia «a traino» di quanto fatto dai leader precedenti. «Non ci dimentichiamo - ricorda Fidanza - che se il Partito socialista europeo ha cambiato nome è per via di un'iniziativa di Matteo Renzi, che guardava al centro. Ora, con posizione più schiacciata a sinistra, il Pd finisce in un cono d'ombra anche rispetto agli spagnoli di Sanchez, che sono ancora più radicali di loro».
L'obiettivo dell'Ecr è chiaro: «Giorgia Meloni può, partendo da un blocco conservatori-popolari, fare da
pontiere con alcuni pezzi di Renew Europe e alcuni pezzi di Id, costruendo quell'alternativa alla sinistra di cui abbiamo bisogno. Siccome a sinistra sanno che può accadere davvero, l'isteria collettiva prende il sopravvento».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.