Nonostante la sua abolizione sia stata annunciata più volte, il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (Cnel) continua a sopravvivere. E ora chiede più poteri.
L'organo consuntivo avrebbe dovuto essere soppresso il già nel gennaio 2016, grazie al ddl Boschi, che prevedeva, all'articolo 28, l'abolizione dell'articolo 99 della Costituzione. Ma, a salvare il Cnel ci pensò il referendum sulla riforma costiruzionale di Matteo Renzi che, il 4 dicembre del 2016 vide la vittoria dei No, che non permisero di cancellare l'organo. Poi, la sua abolizione era stata inserita nelle iniziative del governo gialloverde, secondo cui l'organo non era riuscito ad assumere del tutto la funzione che gli era stata assegnata. Il Consiglio, infatti, avrebbe dovuto essere un collante tra economia e politica, svolgendo un ruolo consultivo nei confronti di Governo, Camere e Regioni.
E ora, il Cnel chiede più poteri. Lo scorso 6 dicembre, il Consiglio ha presentato alla Camera la proposta di legge n.2290, Modifiche alla legge 30 dicembre 1986 n. 936, in materia di potenziamento della funzione consultiva del Consiglio nazionale dell' Economia e del Lavoro. Nel testo, formato da un solo articolo, il Cnel si propone di fornire al governo un'analisi di "livelli e qualità dei servizi erogati in relazione agli indicatori di benessere equo e sostenibile su base territoriale" e di potenziare i propri interventi, "per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio, nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche". Infatti, le disposizioni europee e nazionali in materia sono finalizzate "al potenziamento della fase di programmazione economico-finanziaria", che prevede il rapporto tra organi "cui competono la formazione e l’approvazione dei documenti di programmazione e organi cui compete di rendere pareri agli stessi". In sostanza, come sottolinea Libero, il Cnel vuole contare di più, anche in tema di bilancio e intende rafforzare il suo ruolo consultivo.
La proposta che vorrebbe aumentare i poteri del Cnel arriva dall'organo stesso, che specifica come tale iniziativa "non comporta oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato".
Anche perché, i costi attribuito al Consiglio, composto dal presidente e altri 64 consiglieri, tra esperti e rappresentanti delle diverse categorie produttive, non sono così irrisori. Infatti, come riportava Agi nel 2018, i costi annui sarebbero pari a circa 8,7 milioni di euro all'anno, anche se la spesa sarebbe arrivata a toccare i 20 milioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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