Era il 31 gennaio 2020 quando il coronavirus si è manifestato per la prima volta nel nostro Paese, aggredendo una coppia di turisti cinesi in vacanza nella Capitale. Iniziava così una delle pagine più drammatiche della storia d'Italia. Dall'inizio dell'epidemia ad oggi, almeno 139.422 italiani hanno contratto il virus, di loro, 17.669 non ce l'hanno fatta. Il bollettino è in continua evoluzione. Il Paese segue con il fiato sospeso gli aggiornamenti quotidiani delle Protezione civile, nella speranza di intravedere uno spiraglio di luce alla fine del tunnel.
Ogni giorno porta con sé qualche novità. La curva del contagio che rallenta lentamente, i decessi che diminuiscono, il numero delle guarigioni in aumento. Non ci sono certezze. L'unica cosa che sappiamo è che questa "guerra" non è ancora finita e che altri ancora perderanno la vita. Ed è proprio per non dimenticare le vite spazzate via dal virus che Fratelli d'Italia ha presentato un disegno di legge in Senato per istituire la "Giornata nazionale delle vittime del Covid-19". Nel provvedimento, a prima firma della senatrice Isabella Rauti, viene indicata la data del 27 marzo. Un giorno che rimarrà scolpito nella memoria dell'umanità. È il giorno in cui Papa Francesco ha pregato sul sagrato della Basilica di San Pietro impartendo la benedizione eucaristica "Urbi et Orbi" e concedendo l'indulgenza plenaria. Davanti a lui una piazza vuota e bagnata dalla pioggia. Tutto il mondo in quelle ore si è raccolto in preghiera, nei pensieri di ognuno una sola speranza: la fine di questo di incubo.
"Si è trattato di un evento eccezionale che ha colpito il cuore dei credenti e l'immaginario collettivo mondiale di cattolici, di cristiani, di non credenti e di fedeli di altre religioni, unendo tutti nella spiritualità e nell'universalità della preghiera contro la pandemia globale", ricorda la Rauti. "L'istituzione di questa giornata - aggiunge - vuole essere un'occasione per ricordare chi è caduto combattendo questa battaglia, assolvendo il proprio dovere e sacrificando finanche la propria vita". Quindi medici, infermieri, operatori sanitari e volontari, membri delle forze dell'ordine e delle forze armate. E non solo. Un ricordo per ogni vittima.
"Per chi è stato ucciso dall'epidemia in una corsia di ospedale, in una casa di riposo o tra le mura della propria abitazione, per tutte le migliaia di vittime di un virus invisibile e assassino che non hanno potuto ricevere il conforto dei propri cari e neppure essere accompagnati nell'estremo saluto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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