È stato il raccapricciante racconto fatto tra le lacrime di una bambina, a far scattare le indagini che hanno portato a smantellare una psicosetta con base operativa a Novara, il cui fine era la riduzione in schiavitù, anche sessuale, delle adepte - tra le quali anche molte minorenni - attraverso un vero e proprio lavaggio del cervello, che avveniva spesso con l'aiuto di psicologhe compiacenti.
Ventisei le persone indagate dopo due anni di indagini da parte della Squadra Mobile di Novara, con la quale ha collaborato il nucleo specializzato sulle sette del Servizio Centrale Operativo. Associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù ed alla commissione di numerosi e gravi reati in ambito sessuale, anche in danno di minore, sono le ipotesi d'accusa.
La psicosetta poteva contare su una organizzazione piramidale molto articolata, comandata da oltre trent'anni da un uomo che ora ne ha 77, libero professionista nell'ambito sanitario, con una buona disponibilità economica, trasferitosi da Milano nel Novarese, dove riuniva gli adepti per compiere quelli che lui definiva «riti magici», in un cascinale isolato, immerso nei boschi.
Nessuno poteva chiamarlo per nome: per tutti era semplicemente «il dottore» che aveva creato un mondo parallelo segreto, ramificato in tutto il nord Italia, dove poteva contare su case ed esercizi commerciali come erboristerie e scuole di danza, nei quali spesso trovavano lavoro le sue vittime.
Secondo le indagini l'organizzazione era già attiva negli anni '80 ed è per questo che gli inquirenti sospettano che a cadere nella sua rete siano state centinaia di donne e bambine. Ad adescarle e soprattutto a soggiogarle al volere del dottore, erano alcune psicologhe compiacenti, che facevano leva sulle loro fragilità. Le vittime - reclutate in famiglie facoltose - venivano indottrinate dalle psicologhe e iniziate a «pratiche magiche», ossia prestazioni sessuali, anche estreme e dolorose, necessarie - sosteneva il guru - per «annullare l'io pensante» per accedere ad un «mondo magico e segretissimo». «È lui a decidere tutto - ha raccontato agli inquirenti l'adepta bambina -. Dispone della tua vita decidendo che scuola devi frequentare, chi puoi incontrare e dove puoi lavorare. Lui sceglie quali ragazze devono farlo divertire e che possono frequentare i «luoghi fatati».
La setta finiva così per assorbire ogni aspetto della vita delle adepte, sia per quanto riguarda il loro ambito personale che familiare, e persino la loro formazione. Ed infatti l'obiettivo del guru era quello di avere il controllo assoluto sulle vite dei fedeli, isolandoli dal mondo e anche dalla propria famiglia se non faceva parte della setta.
Le indagini proseguono per appurare le responsabilità di ognuno degli indagati e anche la provenienza e l'utilizzo del denaro gestito dal leader della psicosetta, versato dagli adepti come contributo per mantenere e far crescere la stessa organizzazione gestita dal «dottore».
Un uomo che si credeva un dio per i
seguaci, incastrato dal racconto di una sua schiava bambina che ha avuto il coraggio di parlare, facendo scattare le indagini coordinate dalla Dda di Torino che hanno smantellato un mondo segreto fatto di violenza e soprusi.
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