Pugni, insulti e guerra per la successione La Dynasty di una famiglia molto litigiosa

Rivalità tra i rami della casata e l'odio mai nascosto tra i cugini

Pugni, insulti e guerra per la successione La Dynasty di una famiglia molto litigiosa

Parenti serpenti. Mai modo di dire fu più appropriato per definire i rapporti (volarono sberle, perfino, tra cugini) in casa Savoia. Il tutto all'interno di una saga familiare che dagli anni Cinquanta, dopo la disastrosa fine della guerra e l'esilio di re Umberto, diede centinaia di titoli alla stampa rosa che sulle liti, i gossip, le diatribe, le querele e il pissi pissi che circonfuse gli ultimi rampolli della dinastia campò per decenni. Maria Beatrice contro Vittorio, Vittorio contro Gabriella, e Amedeo contro Vittorio, in una guerra per bande che ancora cova sotto la cenere. E che le notizie odierne non basteranno a placare, come già si indovina.

L'ultimo spassoso flash della guerra per ragioni dinastiche fra Vittorio Emanuele, oggi ottantenne, e suo cugino Amedeo d'Aosta, 74, risale al matrimonio del principe Felipe, oggi re di Spagna, il figlio di Juan Carlos. Andò così. Amedeo vide Vittorio Emanuele, gli si fece vicino, e per salutarlo gli batté con la mano su una spalla. «Lui si girò e mi mollò all'improvviso due cazzotti. Io non reagii. Poi arrivò Marina Doria, sua moglie, che se lo portò via», ricordò mesto Amedeo in un'intervista.

Fu l'epilogo di una vicenda tragicomica di una guerra nata sul nulla. Ovvero sul diritto, reclamato da entrambi i cugini, di dichiararsi eredi di una dinastia che esiste solo sui libri d'araldica e di cui, in Italia, importa ormai solo a una sparuta pattuglia di nobili e nobilastri aggrappati a un passato remoto su cui incombono più ombre che luci.

Vi ricordate di quando Vittorio Emanuele denunciò il cugino, che produceva vini nella sua tenuta in Toscana per l'uso del nome Savoia? Quella volta Amedeo finì con i conti correnti bloccati mentre Victor arrivò a dire che avrebbe chiamato Savoia Aosta i suoi maiali.

Ragione del contendere, quella della successione dinastica. La Consulta dei Senatori del Regno dichiarò che era Amedeo il legittimo pretendente al trono e che suo cugino aveva perso ogni diritto per aver sposato la borghese Marina Doria senza il consenso paterno. Per rispondere all'affronto, Vittorio Emanuele dichiarò invalida la pronuncia e sciolse la Consulta. Adesso di Consulte ce ne sono due e ognuna sostiene il proprio candidato.

«Re Umberto era così profondamente contrariato dal matrimonio ricordava Amedeo - che proibì a tutti i parenti di partecipare alla cerimonia. Quanto alla Consulta c'è solo quella voluta e nominata da re Umberto per dirimere le questioni dinastiche. L'altra è una sorta di associazione privata voluta da mio cugino».

I Savoia Aosta contro i Savoia regnanti.

Dualismi, rivalità, pagine di storia che vedono appaiati l'«eroe dell'Amba Alagi», l'Amedeo comandante delle truppe in Africa Orientale a Emanuele Filiberto, eroe di comparsate televisive non proprio memorabili. Una dinastia passata dalla tragedia della guerra ai talent show, senza perdere quel retrogusto di naftalina che oggi torna a esalare.

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