Putin ci prova: "Navalny? Si è avvelenato da solo..."

E lui ironico: "Che smacco essere rimasto vivo". Il Cremlino: "Può rientrare quando vuole"

Putin ci prova: "Navalny? Si è avvelenato da solo..."

Navalny? Si è avvelenato da solo. Immaginiamo la faccia del presidente francese Emmanuel Macron mentre ascoltava, all'altra estremità del collegamento telefonico con Mosca, il suo collega del Cremlino Vladimir Putin sostenere questa enormità. Eppure è successo davvero, lo scorso 14 settembre. Da settimane ormai Macron fa pressione sulla Russia, anche a nome dell'intera Unione Europea, perché si assuma la responsabilità di accertare in modo serio quanto è accaduto al leader dell'opposizione di quel Paese, finito in coma lo scorso 20 agosto a bordo di un volo di linea interno che lo stava trasportando dalla città siberiana di Tomsk a Mosca. Ma i risultati sono questi: Putin non solo si rifiuta di fare alcunché del genere, ma si concede il lusso di prendere in giro i suoi interlocutori europei.

Aleksei Navalny, che è notizia di ieri è stato finalmente dimesso dall'ospedale berlinese Charité in discrete condizioni di salute, secondo Putin altro non sarebbe che «un piantagrane su internet che già in passato ha simulato problemi fisici». Va ricordato che prima di essere avvelenato con l'agente nervino novichok, Navalny aveva già subito due aggressioni con agenti chimici, una delle quali gli ha procurato un danno permanente a un occhio. Putin non ha spiegato a Macron perché, secondo lui, Navalny avrebbe deciso di avvelenarsi da solo. Lo stesso Navalny però, ormai tornato in possesso delle sue funzioni fisiche e mentali, gli ha replicato ironicamente sui social: «Una buona teoria, che credo meriti la massima attenzione. Il mio piano geniale era quello di cucinarmi il novichok, berne un sorso da una fiaschetta in aereo, finire in coma all'ospedale di Omsk e terminare il percorso all'obitorio dove si sarebbe stabilito che ero morto perché avevo vissuto già troppo. Ma Putin mi ha scoperto: lui non puoi ingannarlo! E così sono rimasto in coma per 18 giorni come un pazzo senza ottenere il mio obiettivo. La provocazione è fallita».

Nei giorni scorsi, quando i medici tedeschi avevano cominciato a parlare di guarigione, la portavoce di Navalny aveva assicurato che era sua intenzione tornare in Russia per riprendere

l'attività politica. Per ora, però, resterà in Germania a proseguire le cure. Il portavoce di Putin assicura che potrà rimpatriare quando vorrà, e che «per il momento» non sono previsti suoi incontri con le autorità. RFab

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