Più che incentivi all'efficienza, sembrano essere diventati una cuccagna per i dirigenti pubblici. Parliamo dei "bonus", elargiti anche a chi non li meriterebbe. Ma non solo. Repubblica mette insieme i casi più assurdi e la fotografia scattata è impietosa.
"Al Comune di Perugia i trentasei dirigenti si sono divisi 188mila euro in premi, 5.200 euro a testa in media. E i dirigenti che non hanno raggiunto gli obiettivi hanno preso il premio lo stesso, solo un po’ più magro: sui duemila euro", scrive Repubblica. Ma quali erano gli obiettivi da raggiungere? "Far riaprire in tempo i bagni pubblici di via Boncambi (risultato non raggiunto anche se affrontato da due dirigenti), celebrare i 50 anni del gemellaggio tra Perugia e Bratislava (le celebrazioni obiettivamente ci sono state e le spese sono state coperte per metà dagli sponsor)". Come se non bastasse, un manager pubblico è stato premiato per aver attivato "una nuova procedura periodica di monitoraggio di mozioni e ordini del giorno deliberati dal Consiglio comunale". E un dirigente del Personale si è preso 8.721 euro come ultimo bonus per aver contato il numero di scrivanie e computer presenti negli uffici.
Non se la passano tanto male neanche al Comune di Lecce dove ai 17 dirigenti è stato elargito un milione e 825mila euro. Il Comune di Cremona ha dato premi per 13mila euro a tre top manager e meno consistenti ad altri quattordici. Motivazione? “Capacità di coordinamento e innovazione”. Il direttore generale della Provincia di Cremona, Massimo Placchi, si è autodeliberato 30mila euro di bonus. A Verona i manager comunali sono uno sproposito: 58 dirigenti e 177 posizionati, uno ogni dieci comandati. I premi arrivano a 24 mila euro. Nella piccola Crema i dirigenti si sono presi 30mila euro di bonus. "A Rovigo sono stati rapidissimi. Nel vuoto di poche ore intercorso lo scorso 19 luglio tra le dimissioni di massa dei consiglieri e la nomina del commissario, i pubblici servitori hanno ripristinato le 16 posizioni organizzative congelate dalla giunta. Si sono garantiti, così, 70mila euro l’anno aggiuntivi. Inarrivabili", scrive Repubblica.
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