Cinque incontri. Tre con Matteo Renzi e due con Maria Elena Boschi. Al tempo delle ispezioni su Banca Etruria, come rivela il governatore di Bankitalia Ignazio Visco in commissione Banche, gli allora premier e ministro per le Riforme provarono a informarsi sul futuro dell'istituto aretino. Non si trattarono di vere e proprie pressioni, ma cercarono comunque di "carpire" dai vertici di via Nazionale informazioni sensibili. Informazioni che non riuscirono a ottennere.
Gli incontri con Renzi
Per Renzi l'audizione di Visco ha fugato qualsiasi dubbio. Per l'opposizione, invece, è la prova delle bugie dell'ex premier. Al di là di come si vogliano leggere le dichiarazioni del numero uno della Banca d'Italia restano agli atti gli incontri tra il governo e l'istituto chiamato a vigilare su Banca Etruria. Il primo incontro risale all'aprile del 2014. "Con Renzi parlammo di boyscout - ha spiegato Visco - nel secondo si parlò di economia e nel terzo incontro a Palazzo Chigi, Delrio e Padoan erano entrambi presenti, parlammo di economia e mi chiese perché Vicenza voleva prendersi Arezzo e parlò degli orafi. Io non risposi... questa sugli orafi, la presi come una battuta...". Visco, insomma, non sarebbe mai entraro nelle questioni di vigilanza. Eppure da Renzi arrivò chiaramente la richiesta di "parlare di banche in difficoltà" (guarda il video). "Io risposi che di banche in difficoltà parlo solo con il ministro dell'Economia (Pier Carlo Padoan, ndr)", ha raccontato Visco assicurando che c'è sempre stata una applicazione "rigorosa del segreto di ufficio" imposto "dall'articolo 7 del Testo Unico Bancario". "Non ebbi mai nessuna tentazione - ha, poi, chiosato - ma sicuramente lui la domanda la fece".
Gli incontri con la Boschi
Anche la Boschi corcò un contatto in Banca d'Italia. "Panetta parlò con la ministra in due occasioni - ha raccontato oggi Visco alla commissione banche - e subito dopo mi disse che nei colloqui non ci fu una particolare richiesta di intervento da Boschi". Tuttavia, "venne espresso dispiacere e preoccupazione sulle ripercussioni che l'acquisizione della banca poteva avere sul territorio". Gli incontri tra la Boschi e il vice presidente di via Nazionale, Fabio Panetta, sono a cavallo tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015. Secondo Visco, tra novembre e gennaio. Durante le ispezioni su Banca Etruria, dunque. Il commissariamento, come fa notare l'Huffington Post, è arrivato il mese dopo.
In quelle occasioni la Boschi avrebbe detto a Panetta di essere preoccupata per l'economia del territorio e, soprattutto, di non aver "nulla da recriminare" per le sanzioni comminate al padre Pier Luigi, al tempo vice presidente di Etruria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.