"Guardate è pure calva..." I vergognosi insulti dell'ex sindaco Pd alla Meloni

Ancora un brutale attacco contro Giorgia Meloni, stavolta da un ex sindaco PD, nonché docente filantropa; il leader di FdI ribatte ed evidenzia il doppiopesismo del buonismo in Italia

"Guardate è pure calva..." I vergognosi insulti dell'ex sindaco Pd alla Meloni

Continuano senza sosta gli attacchi contro Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia con l'unica colpa di proporre in Parlamento opposizione politica al governo Conte. Da quando ha fatto il suo discorso sulla "furia immigrazionista", e si è schierata al fianco di Matteo Salvini contro la decisione di mandarlo a processo per la chiusura dei porti dello scorso anno, è nel mirino di una certa sinistra. Su di lei è impossibile non notare il perpetrare di sistematici e costanti attacchi personali. Incapaci di ribattere sul piano politico alle affermazioni di Giorgia Meloni, in tanti ripiegano sul body shaming, gli insulti e le minacce personali, sui quali il leader di Fratelli d'Italia vola alto ma senza prestare l'altra guancia.

Tra gli ultimi in ordini di tempo ad aver attaccato Giorgia Meloni sul piano personale c'è l'ex sindaco di Rho del centrosinistra. Come si legge nella pagina a lei dedicata dalla fondazione filantropica di cui risulta una delle vicepresidenti, Paola Pessina è "Docente di religione e di lettere, impegnata attivamente nella pastorale, con particolare riguardo alla formazione dei giovani, all’impegno civico e sociale e alla divulgazione della riflessione su testi biblici". Il post su Facebook della Pessina sarebbe passato in sordina se Giorgia Meloni non avesse deciso di denunciare l'ennesimo attacco personale, provocatorio e denigratorio subìto nelle ultime ore per aver fatto, in Parlamento, un discorso politico.

"Giorgia Meloni sta diventando calva. L'eccesso di testosterone, oltre che cattivi, fa diventare brutti", queste le parole di Paola Pessina contro il leader di Fratelli d'Italia. Un attacco che ha ben poco di politico, per non dire nulla, ma è un concentrato di becero body shaming, reso ancor più brutale perché fatto da una donna contro un'altra donna. Parole inaspettate da una docente di religione, alle quali Giorgia Meloni ha voluto rispondere pubblicamente: "Non mi interessano gli insulti sul piano fisico, anche perché quando mi attaccano su quel lato significa che non hanno nulla da dire su quello politico.

Tuttavia leggere frasi del genere da figure che dovrebbero essere d'esempio e che magari dicono di essere in prima linea contro fenomeni come il sessismo o il body shaming, lascia un po' delusi e perplessi. Ma naturalmente se gli insulti sono contro Giorgia Meloni, vero?".

Una domanda più che legittima quella che si è posta il leader di Fratelli d'Italia. Diventa ancora più legittima se inquadrata nel clima di recente buonismo italiano, che evidentemente vale solo a senso unico. È ancora vivo il ricordo del cataclisma mediatico scatenato dal servizio ironico di Striscia la Notizia sui capelli di Giovanna Botteri, la giornalista Rai inviata da Pechino. In sua difesa, tra gli altri, intervenne anche Laura Boldrini. L'ex presidente della Camera, oggi deputata del Partito Democratico, in riferimento alla polemica nata dal servizio di Striscia, disse che "deve richiamare l’attenzione su due grandi temi, uno è l’equivoco di fondo per cui una giornalista deve rispondere ad un cliché fisico, l’altro è perché il cliché fisico venga imposto alle donne ma non gli uomini". Parole sacrosante, che la Boldrini sottolineò dicendo che "l’importante sia fare bene il proprio mestiere ed essere sé stesse". E allora, come mai per Giovanna Botteri c'è stata una mobilitazione nazionale per una battuta di satira e su Giorgia Meloni gli insulti cadono nella più totale indifferenza?

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