Padova - Non c'ha pensato due volte Ousmane Cissoko, 21 anni, senegalese residente a Padova, quando ieri mattina si è tuffato nelle acque del Brenta nel padovano, per soccorrere un uomo che si era gettato in acqua, cercando il suicidio. «Ho pensato al mio cuore, che mi ha detto di prendere e andare», ha detto l'immigrato. Arrivato in Italia tre anni fa, partito dalla Libia, era sbarcato in Sicilia e poi finito in Veneto. Era uno dei richiedenti asilo del centro accoglienza di San Siro di Bagnoli di Sopra (Padova), quel centro che assieme a quello di Conetta (Venezia) era uno dei più grandi del Veneto. Conetta, ora chiuso, ha ospitato fino a 1.600 migranti. Bagnoli, chiuso anche questo, ha accolto fino a 800/900 persone. Due centri vicini, che nel raggio di soli sei chilometri concedevano ospitalità a oltre 2.400 richiedenti asilo. Ieri mattina Cissoko, che ora è regolarizzato e fa il magazziniere, stava andando in bicicletta al lavoro, quando ha sentito una donna gridare. La donna aveva notato quel corpo nelle acque del fiume. Il ragazzo si è spogliato, si è tuffato, ha preso per mano l'uomo, che ormai era privo di sensi, e l'ha portato a riva. Poi è stato aiutato dai carabinieri che nel frattempo con i vigili del fuoco e i sanitari del Suem erano giunti sul posto. La temperatura era gelide e Cissoko è stato poi visitato e riscaldato. Un applauso si è levato da parte dei soccorritori e di quelli che avevano assistito alla scena.
Il 68 enne invece, in condizioni gravi, è stato trasportato d'urgenza all'ospedale di Padova dove gli è stata diagnostica una seria ipotermia. L'uomo avrebbe raggiunto a piedi la passerella che collega Padova a Cadoneghe, avrebbe scavalcato il parapetto e si sarebbe lasciato cadere in acqua, tentando il gesto estremo.
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