La procura di Roma tiene nel mirino la sindaca Virginia Raggi e il suo «raggio magico». Lo stesso fa la Corte dei conti.
Tutto nasce dall'esposto presentato i primi di settembre dall'ex capo di gabinetto del Comune, il magistrato Carla Raineri. Dopo essersene andata sbattendo la porta, per i rilievi dell'Anac sulla sua nomina, seguita a ruota da 4 dei più importanti «tecnici» dell'amministrazione, è andata a bussare alla porta del capo della procura Giuseppe Pignatone.
Secondo fonti ben informate gli ha consegnato un report molto circostanziato, spiegando le ragioni delle dimissioni in blocco, legate ad una serie di pesanti irregolarità su nomine e altro, che sarebbero state commesse dalla sindaca e dai suoi fedelissimi. La Raineri ha presentato lo stesso esposto alla procura della Corte dei conti, che pare abbia già aperto la procedura e potrebbe essere interessata soprattutto al danno erariale legato alla nomina di Salvatore Romeo, capo della segreteria assunto con un iter ritenuto irregolare dall'Anac, che gli triplicava lo stipendio (da 38 mila a 93 mila euro l'anno), poi ridotto a furor di popolo.
I pm romani hanno preso molto sul serio la denuncia e hanno già sentito due dei testimoni dei fatti riferiti dal magistrato e cioè Alessandro Solidoro, che il primo settembre ha lasciato il suo posto di amministratore unico dell'Ama e Marcello Minenna, superassessore al Bilancio e alla Partecipate, anche lui dimissionario, insieme al direttore generale di Atac Marco Rettighieri e all'amministratore delegato Armando Brandolese.
Hanno abbandonato tutti insieme la Raggi i 5 tecnici, che avrebbero dovuto essere il trust di cervelli in grado di sostenere la giovane grillina, in continuità con la gestione del commissario straordinario Francesco Paolo Tronca. E ora probabilmente rappresentano i grandi accusatori della sindaca di fronte ai pm. Che stanno valutando le ipotesi di reato e potrebbero averla già iscritta nel registro degli indagati.
La Raineri ha gettato il primo sasso, ed è la più informata di tutti sulle manovre del «raggio magico», a cominciare dalle nomine di Raffaele Marra, il vice capo di gabinetto diventato capo del Personale malgrado pare non avesse i titoli e di Romeo. Ambedue, malgrado le polemiche, sono sempre rimasti in sella, ma potrebbero rappresentare il tallone d'Achille della Raggi.
Non si sa che abbiano raccontato Solidoro e Minenna ai pm. Certo, il superassessore non ha potuto adottare la linea sorprendentemente cauta mostrata nella sua unica apparizione in tv su La7, di fronte alle insistenti domande di Lilli Gruber sui «peccati» della sindaca e dei suoi.
Probabilmente gli inquirenti sentiranno anche Rettighieri e Brandolese, se non l'hanno già fatto.Sulle nomine della sindaca a settembre è stato presentato anche un esposto di FdI, ma a questo punto dominano la scena 5 testimoni importanti, che possono causare grossi guai alla stella capitolina del M5S.
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