La rassicurazione di Giorgetti sul fisco: "Persone e aziende non devono temere"

Il ministro: "Ritocchi sulle entrate solo per chi se li merita". Nel mirino i ministeri più costosi

La rassicurazione di Giorgetti sul fisco: "Persone e aziende non devono temere"
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«Le persone fisiche e le imprese non hanno niente da temere: sarà una manovra equilibrata». Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, nel suo videointervento al convegno milanese di Fdi «Far crescere insieme l'Italia» ha rassicurato queste categorie di contribuenti, precisando che a loro non saranno richiesti sacrifici. Il titolare del Tesoro ha, tuttavia, annunciato una spending review consistente accennando a «tagli significativi a ministeri e enti pubblici», ovviamente «se nessuno si offende», ha precisato ironicamente confermando quanto anticipato ieri dal Giornale. Secondo quanto trapela da alcune fonti, le riduzioni di spesa potrebbero essere superiori ai 2,5 miliardi ipotizzati fin dalla scorsa settimana e sfiorare persino i 4 miliardi includendo anche i residui passivi (cioè le somme stanziate ma non spese relative ad alcuni provvedimenti). È un lavoro incessante quello delle simulazioni con il ministro con il suo vice Maurizio Leo e i tecnici del Tesoro porteranno avanti fino a martedì prossimo. È stato lo stesso Giorgetti a rendere noto che il Consiglio dei ministri sul Dpb si riunirà il 15 non prima delle 20 (e non lunedì 14 come inizialmente previsto) e poi il Documento sarà inviato a Bruxelles.

Anche per gli enti territoriali le minori risorse dovrebbero valere circa 600 milioni nel 2025, ma queste riduzioni saranno più che compensate dai circa 2 miliardi aggiuntivi che dovrebbero essere messi a disposizione per la sanità. La manovra da 24-25 miliardi, in ogni caso, sta prendendo forma: circa 9 miliardi di euro proverranno dallo scostamento del deficit programmatico rispetto a quello tendenziale, ulteriori 5-6 miliardi vengono dal fondo per l'attuazione delle delega fiscale e dal fondo per la riduzione della pressione fiscale. I tagli di spesa, come detto, potrebbero superare i 4 miliardi. Mancano ancora all'appello 6-7 miliardi che potrebbero essere reperiti sia con il riordino degli sconti fiscali che con una maggiore progressività dell'Ires. È quello che Giorgetti ha definito il «contributo» o il «sacrificio» che sarà richiesto alle grandi aziende. A questo proposito non si esclude una rimodulazione della digital service tax che impatta sui fatturati dei colossi del web. L'allineamento delle accise tra gasolio e benzina, ha spiegato Giorgetti, sarà un'operazione «graduale, neanche percepibile». Il tema è stato affrontato anche in un incontro al ministero tra Giorgetti e il segretario Usa al Commercio, Gina Raimondo.

Come spiegato ieri dal Giornale, ci sarà la conferma del taglio del cuneo fiscale e contributivo, che sarà «strutturale» e sarà congegnato in maniera tale da far sentire i propri effetti anche al di sopra dei 28mila euro di reddito annuo lordo. Fondamentali anche le misure per la famiglia e i figli, per far fronte al tema della denatalità, che per il Paese è «il problema dei problemi», come ripete spesso il ministro dell'Economia. Potrebbe arrivare già in manovra anche l'intervento per il «piano casa» chiesto da Confindustria, ha detto ieri il ministro delle Imprese, Adolfo Urso. La misura, che è uno dei punti qualificanti del programma di Emanuele Orsini, serve ad aiutare i dipendenti a trasferire la propria residenza e reperire case in affitto a canoni calmierati. Nel suo intervento Giorgetti ha voluto chiudere la polemica strumentale avviata dalle opposizioni in materia di pressione fiscale. «Noi le tasse le abbiamo ridotte», ha ribadito citando proprio il taglio del cuneo. «Rispondiamo con i fatti», ha aggiunto. Il ministro ha voluto anche precisare i contenuti dell'intervista a Bloomberg.

«Davanti ad un consesso di banchieri e finanzieri ho detto che i sacrifici dovevano farli tutti, anche loro. Non mi sembrava una bestemmia e davanti ad una platea di banchieri ripeterei esattamente la stessa cosa», ha concluso.

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