Si scrive «legalità», da sinistra a destra. Ma quella parola, se scritta da destra e letta da sinistra, suona più come «deriva autoritaria». E così ecco che buona parte dell'opposizione, nel primo scorcio di vita del neonato governo, ne attacca provvedimenti e decisioni scegliendo di non accordarsi non sulle misure, come legittimo, ma nemmeno sul senso di quella parola. Nel mirino finisce la linea dura dell'esecutivo sui «taxi del mare» delle Ong, oltre alla norma contro i rave party. Quest'ultima, in particolare, è stata criticata per la sua formulazione troppo ampia che potrebbe renderla applicabile con discrezionalità non solo per il contrasto dei free party ma anche a manifestazioni politiche, occupazioni di università o fabbriche, proteste di disobbedienza civile, oltre ad aprire la porta alle intercettazioni telefoniche. Eppure Giorgia Meloni ha già chiarito che a nessuno verrà negato il diritto «di esprimere dissenso», voci critiche sulla formulazione si sono registrate anche nella maggioranza e nello stesso governo, ed è probabile che in fase di conversione la norma venga rimodulata. Dal l Comune di Roma arriva, intanto, una notizia insolita. Negli ultimi giorni, tra i possibili obiettivi collaterali della norma anti-rave erano state indicate le occupazioni abusive a scopo abitativo, numerosissime nella Capitale. Centri sociali e movimenti per la casa si erano innervositi, e con sospetto tempismo, proprio venerdì il sindaco Pd Roberto Gualtieri firma il provvedimento che autorizza gli occupanti - abusivi - di immobili a richiedere residenza e allacci delle utenze. La direttiva è in deroga al decreto Renzi-Lupi del 2014 che stabiliva il divieto di residenza a chi si infila illegalmente in casa d'altri. La deroga, va detto, è prevista dal decreto per i soli soggetti meritevoli di tutela: anziani, disabili, minori. Ma in otto anni non era mai stata applicata. E la direttiva sindacale, caldeggiata da una mozione di giugno della maggioranza capitolina, aspettava da quattro mesi la firma del sindaco. Che ha sciolto la riserva, casualmente, proprio nel fuoco incrociato delle polemiche, contro l'esecutivo da parte dell'opposizione, e contro il Campidoglio da attivisti dell'okkupazione e militanti di centri sociali. Al netto dei diritti dei fragili, per molti esponenti del centrodestra romano il provvedimento rischia di diventare un lasciapassare per le okkupazioni, una maxisanatoria che potrebbe gonfiare un fenomeno già ampiamente preoccupante.
Quanto al no agli sbarchi, il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha chiarito che l'Italia non abdica certo ai suoi doveri di soccorso e assistenza in mare, né a farsi carico, appunto, dei fragili, minori e donne incinte,
garantendo loro lo sbarco. Ma a sinistra non basta. «È inaccettabile che non si aiutino le persone che stanno sulle navi dove ci stanno anche tanti bambini,dice il segretario Cgil Landini dalla piazza per la pace di Roma.
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