Razzi e colloqui, al Cairo si tratta: Hamas chiede "garanzie scritte"

Ripreso il dialogo. Il gruppo terroristico: "No a nuove richieste rispetto a quanto già concordato"

Razzi e colloqui, al Cairo si tratta: Hamas chiede "garanzie scritte"
00:00 00:00

Sono ripartiti al Cairo, in Egitto, in una giornata «caldissima» di scontro fra Israele e Hezbollah, i colloqui per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Nella capitale egiziana la delegazione israeliana, composta dal capo del Mossad, David Barnea e di cui fanno parte anche il capo dello Shin Bet Ronen Bar e il capo della Divisione soldati dispersi e prigionieri dell'Idf, il generale Nitzan Alon, discute i punti in sospeso, in particolare il corridoio Filadelfia e il valico di Rafah, ma anche le sorti del leader di Hamas, Yahya Sinwar, alla presenza del capo della Cia William Burns, dell'inviato statunitense in Medio Oriente Brett McGurk, del primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani e del capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamel. Hamas, la cui delegazione si è recata al Cairo guidata dal vice capo a Gaza Khalil Al-Hayya e che non partecipa direttamente ai colloqui, ha chiesto garanzie e impegni scritti. Ma ha fatto sapere al canale Al Aqsa, tramite l'alto portavoce Osama Hamdan, che non accetterà «ritiri da quanto concordato il 2 luglio o nuove richieste». Secondo Hamas, Israele avrebbe «posto nuove condizioni per accettare l'accordo e fatto marcia indietro su quanto concordato in precedenza».

Lo scontro Israele-Hezbollah rischia di peggiorare il clima dei colloqui ma potrebbe anche dare nuovo impulso in funzione anti-escalation. Hezbollah sostiene infatti in una dichiarazione scritta inviata ai media e riportata da al-Jazeera che la rappresaglia contro Israele sia stata «rinviata per questioni politiche», citando su tutte i negoziati in corso per arrivare a un accordo di cessate il fuoco a Gaza. L'azione di Hezbollah, mirata a vendicare l'uccisione di Fuad Shukr il 30 luglio, è stata «elaborata» in modo da non provocare una guerra su larga scala, ha spiegato il funzionario libanese.

Il portavoce dell'Esercito israeliano Daniel Hagari ha ammesso sabato che «siamo di fronte a una settimana significativa tra i negoziati in corso al Cairo, i combattimenti a Gaza e quelli al confine settentrionale'' tra Israele e Libano e che le Forze di Difesa israeliane sono pronte «a ogni scenario», sia in attacco che in difesa.

Washington aveva riferito di «progressi» durante i colloqui preliminari sempre al Cairo.

Il presidente americano Joe Biden, che spinge per un accordo di cessate il fuoco, ha parlato telefonicamente con i leader dei due paesi arabi mediatori nei negoziati, il presidente egiziano al-Sisi e l'emiro del Qatar, Al-Thani.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica