Buona domenica. Oddio, nemmeno tanto. Il bollettino di ieri, lunedì, fa registrare un sensibile calo dei contagi: da 33.979 a 27.354. Ma si tratta della «bassa» della domenica, con molti meno tamponi del normale (152.663). E quindi l'indice di positività cresce ancora, passando dal 17,40 per cento di domenica a 17,92 per cento, record della seconda ondata.
Gli altri numeri sono interlocutori, pur se sempre allarmanti. Gli attuali positivi sono 717.784, dei quali 681.756 in isolamento domiciliare (+4.735), 32.536 ricoverati con sintomi (+489), 3.492 in terapia intensiva (+70). I morti sono 504, un po' meno degli ultimi giorni, con la Lombardia che da sola ne conta 99. Lombardia che ha un numero insolitamente basso di nuovi contagiati (4.128) che però si spiega con un bassissimo numero di tamponi (18.037), superata da Campania (25.110) e Lazio (19.699).
Ieri era anche il decimo giorno dall'introduzione della «tavola colori» per le regioni, che ha differenziato le misure in rapporto agli indici dei vari territori. È quindi interessante verificare gli effetti del giro di vite confrontando i numeri del 6 novembre con quelli di ieri. A livello nazionale l'indice di positività è passato dal 16,14 per cento al 17,92, con un aumento dell'11,03 per cento e le terapie intensive da 2.515 a 3.492, con una crescita dell'1,39.
REGIONI ROSSE
Da quello che possiamo leggere, il lockdown light non sembra avere avuto grandi effetti nelle quattro regioni inizialmente considerate più a rischio e quindi colpite dai divieti più draconiani. La Lombardia ha visto salire sia l'indice di positività, passato dal 21,41 per cento al 22,89, sia le terapie intensive, cresciuta da 570 a 855 (+50 per cento). È leggermente migliorato l'indice di positività in Piemonte (dal 22,91 al 21,86), dove le terapie intensive sono cresciute del 41,04% (da 268 a 378). In Calabria l'indice di positività era del 9,23% dieci giorni fa ed è ora del 17,18 (quasi raddoppiato) mentre le terapie intensive sono triplicate: da 15 a 45. Infine la Valle d'Aosta: l'i.p. è leggermente sceso dal 17,94 per cento al 16,81, e le terapie intensive sono salite di poco: da 13 a 16 (+23,08 per cento). In definitiva nelle quattro regioni rosse l'indice di positività è passato dal 21,33 per cento al 22,06 e le terapie intensive passate da 866 a 1.294 (+49,42).
REGIONI ARANCIONI
Erano due: Sicilia e Puglia. Nella prima si è passati per l'indice di positività dal 14,94 al 17,92% e per le terapie intensive da 159 a 224 (+40,88 per cento). Nella seconda rispettivamente dal 12,24 al 23,59% e da 122 a 182 (+49,18%). Sommando i dati si registra un aumento dell'indice di positività dal 13,73 per cento al 19,92 e delle terapie intensive da 281 a 406 (+44,48%).
REGIONE GIALLE
Sono le più numerose e comprendono situazioni le più varie. Quelle che sono andate peggio sono l'Umbria, passata dal 15,80 per cento al 37,48 per cento (le terapie intensive da 53 a 72), l'Emilia-Romagna passata dal 9,37 per cento al 17,64 (con le terapie intensive da 177 a 247) e la Sardegna (indice di positività da 9,71% a 17,49 e terapie intensive da 46 a 63). Umbria e Toscana nel frattempo sono passate ad arancione, l'isola rimasta gialla. Peggiorata ma in modo meno grave la situazione nel Veneto rimasto giallo (da 16,48 a 21,01% e da 169 a 252), nel Lazio rimasto giallo (da 9,39 a 12,22% e da 234 a 278), nell'Abruzzo ormai rosso (da 12,88 a 17,95% e da 42 a 59), nel Friuli-Venezia Giulia ora arancione (da 8,27 a 13,37% e da 44 a 47), in Alto Adige (da 24,08 a 25,81% e da 35 a 43), in Trentino (da 7,54 a 9,53% e da 17 a 32) e in Molise (da 9,33 a 13,49% e da 8 a 7). Sono invece migliorati negli ultimi dieci giorni i numeri nelle due regioni ora «rosse» Campania (da 18,86 a 16,24% e da 180 a 192) e Toscana (da 16,46 a 15,66% e da 209 a 284), e nelle arancioni Liguria (da 19,53 a 16,55% e da 78 a 111), Marche (da 18,14 a 17,41% e da 60 a 78) e Basilicata (da 17,04 a 15,19% e da 16 a 27). In totale nelle regioni ex gialle in dieci giorni di misure moderate l'indice di positività è passato dal 13,89 per cento al 16,22 e le terapie intensive da 1.368 a 1.792 (+30,99 per cento).
CONCLUSIONI
L'indice di positività cresce in tutti e tre i blocchi, ma più nelle regioni arancioni (+45,08 per cento), poi in quelle gialle (+16,77) e in quelle rosse
(+3,42). Le terapie intensive sono aumentate più in quelle rosse, poi in quelle arancioni e infine in quelle gialle. Insomma, i risultati non indicano un chiaro effetto «curativo» delle chiusure. Vedremo nei prossimi giorni.
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