Reddito di cittadinanza, per l'Istat due terzi dei beneficiari non saranno obbligati a trovare un lavoro

Secondo i dati delle ricerche Istat, le persone che possiedono le caratteristiche per richiedere la misura pentastellata contro la povertà sono circa 2,7 milioni. Solo un terzo di loro dovrà sottoscrivere un patto per il lavoro. Segnalate complessità anche per soglia di povertà, che varia da Nord a Sud

Reddito di cittadinanza, per l'Istat due terzi dei beneficiari non saranno obbligati a trovare un lavoro

In Italia, a possedere le caratteristiche per accedere al reddito di cittadinanza sono due milioni e 706mila persone. Circa un terzo dei beneficiari della misura pentastellata dovrà sottoscrivere un patto per il lavoro. Ma due persone su tre potranno usufruirne senza alcun vincolo occupazionale. È quanto rilevato da una relazione Istat, presentata in queste ore alla Camera dei deputati, nel corso di un'audizione davanti alle Commissioni riunite Lavoro e Affari sociali. Il beneficio medio calcolato dall'istituto di statistica si aggirerebbe intorno a 5.053 euro, corrispondente al 66,8% del reddito familiare, per una spesa complessiva di circa 6,6 miliardi di euro su base annua.

Il profilo

Tra il numero di individui che potrebbe fare richiesta del reddito di cittadinanza, la percentuale più alta corrisponde agli italiani, che sarebbero l'87% , con 760mila persone, mentre il 12,4% sarebbero cittadini stranieri. Chi aderirà al patto saranno 900mila e di questi, circa 600mila ha la licenza media o nessun titolo di studio. Si tratta, in particolare, di disoccupati (492mila) e casalinghe (373mila). Il 9% delle famiglie beneficiarie è residente nel Mezzogiorno, il 4,1% nel Centro e il 2,7% al Nord.

La soglia di povertà da Nord a Sud

L'Istat ha poi voluto chiarire che i 730 euro di cifra mensile sono superiori "alla soglia di povertà al Sud ma inferiori alla stessa soglia in molte zone del Nord".

Gli studi aggiungono anche che "le platee vanno considerate non solo in base al reddito ma anche ai consumi" e che "il tema era già stato segnalato nel dibattito sul Rei" ma che "c'è stata la volontà del legislatore di non inserire differenziazioni territoriali".

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