"Sui migranti è scandaloso il fatto che si voltino le spalle all'Italia nel momento in cui le persone arrivano sulle sue coste". Con una lunga intervista alla Stampa, il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker corre a soccorrere Matteo Renzi che, a una settimana dal referendum sulle riforme costituzionali, è sempre più in difficoltà. Accerchiato dal fronte del No e abbandonato pure dai fedelissimi, il premier rischia di capitolare all'indomani del voto. E, proprio quando i sondaggi lo danno per spacciato, l'euroburocrate cerca di dargli l'assist nella partita sull'emergenza immigrazione.
"Tutti devono accogliere un minimo di rifugiati, nessuno può fuggire dal proprio dovere". Mentre l'Unione europea si appresta a bocciare la legge di Bilancio, Juncker dà un contentino a Renzi accordandogli fiducia nella strategia per contrastare l'immigrazione clandestina e redistribuire i profughi accolti dopo gli sbarchi. "Nel modo di reagire alla crisi migratoria, riconosco l'Italia virtuosa e appassionata", sostiene il presidente della Commissione Ue nell'intervista alla Stampa. "Ho detto sin dall'inizio che non possiamo lasciare Grecia e Italia sole davanti al dramma delle migrazioni - continua Juncker - abbiamo salvato 400mila persone dalla morte, dico noi ma è stata soprattutto l'Italia. È un elemento che fa onore alle virtù da cui è nata l'Europa". Dichiarazioni di circostanza che non avranno seguito nella partita di Bruxelles, ma che sono fumo negli occhi per gli italiani che fra una settimana saranno chiamati a votare sulle riforme costituzionali. Tanto che è lui stesso ad ammettere nella sconfitta del fronte del No al referendum.
Nell'intervista alla Stampa Juncker ricorda, però, che l'Unione europea ha concesso all'Italia un sostegno finanziario considerevole: "Senza creare nuove poste di spesa, abbiamo messo al servizio dell'emergenza-migranti 15 miliardi. Così, andremo avanti". Ma al giornalista che gli fa notare come la redistribuzione dei rifugiati sia al palo, il presidente della Commissione Ue replica: "Vorrei che quello che abbiamo proposto nel maggio 2015 fosse realizzato, senza che si perdano slancio e fiducia. Oggi i risultati sono ridicolmente insufficienti. Poco più di 7500 persone sono state ricollocate su 160 mila previste in due anni". "È una politica che tarda a realizzarsi - spiega - perché alcuni Paesi non rispettano il quadro normativo europeo fissato insieme.
Non lo accetterò mai, come non accetterò che un premier dica 'non accoglierò nel Paese un musulmano': sono frasi che negano l'intera storia europea - conclude - non dimenticate che sono un cristiano democratico".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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