Referendum, Berlusconi scommette sulla "volata"

Il Cavaliere farà campagna per il No soltanto nelle ultime settimane: saranno quelle decisive

Referendum, Berlusconi scommette sulla "volata"

Roma - Berlusconi prolunga il suo soggiorno a stelle strisce. Inizialmente si pensava che sarebbe tornato in Italia questo week end ma poi è giunta la conferma che il Cavaliere si tratterrà a New York ancora qualche giorno. Il rientro ad Arcore potrebbe avvenire a metà della settimana e non certo per problemi di salute. Chi lo ha sentito lo descrive in forma, in palla, perfettamente sul pezzo. Viene pure smentita con forza la lettura secondo la quale la sua assenza dalla scena politica sia funzionale al non voler metterci la faccia nella battaglia referendaria. A sostegno di questa tesi ci sarebbe la recente intervista di Confalonieri che ha fatto capire di essere schierato per il Sì. Ma la posizione del presidente di Mediaset spesso non coincide con quella dell'ex premier; è successo in passato e succede ora sul ddl Boschi. Berlusconi continua ad essere fortemente critico e se fino ad ora non ha fatto sentire forte la sua voce è soltanto per una precisa strategia e non per qualsivoglia perplessità. La convinzione del Cavaliere è che da qui al 4 dicembre, data del referendum, la strada è ancora troppo lunga; e iniziare la corsa della campagna elettorale adesso potrebbe essere controproducente. È come partire con lo sprint dei cento metri per vincere una maratona: non ce la si fa. Il rischio è di arrivare alla meta con la lingua fuori; oppure stancare gli elettori su un argomento che già di per sé è molto tecnico e non scalda i cuori della gente. Ecco perché Berlusconi salirà sul ring più avanti, consapevole che le ultime settimane prima del voto sono quelle determinanti. A questo proposito, con evidente soddisfazione, giudica sbagliata e controproducente la strategia di Renzi; il quale già adesso mette «anema e core» nel duello referendario.

Nell'attesa di scendere in campo in prima persona, convinto di poter fare la differenza, Berlusconi manda avanti i suoi e benedice ogni iniziativa volta a convincere gli indecisi sulle ragioni del No. Tavole rotonde, dibattiti pubblici, comitati per il No in ogni angolo del Paese, trasmissioni televisive: ogni occasione è buona per smascherare i trucchi del premier che si sta giocando la partita della vita. Per ora siamo di fronte a un derby dove i pronostici danno un risultato da 1X2: sarà battaglia all'ultima scheda. La raccomandazione del Cavaliere, tuttavia, è quella di non sostenere le ragioni del No con motivazioni di retroguardia: ossia non apparire come «conservatori» che non vogliono modificare la «Carta più bella del mondo». Quello di Forza Italia dev'essere un «No riformista», non un «No reazionario». La volontà è quella di non mescolare l'opposizione azzurra a quella degli Zagrebelsky, dei D'Alema, dei Travaglio e del Movimento 5 Stelle. Non solo. Il «No» berlusconiano si discosta, per certi aspetti, anche dall'opposizione di Salvini che utilizza il referendum solo per cacciare il premier da palazzo Chigi.

Il Cavaliere, invece, vuole pigiare il tasto su un «No» di merito: la riforma Boschi va bocciata perché è scritta male, è pasticciata, non risolve e i problemi ed è molto peggiore di quella scritta dal centrodestra nel 2005 e poi cassata dagli italiani nel 2006 con la complicità del Pd. Ma presto sarà il Cavaliere in prima persona a dare la linea e a battagliare con il duo Renzi-Boschi.

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