"Se tutti i fallimenti fossero così". Inizia con questo titolo il post con cui la comica Sabina Guzzanti ha commentato sul suo profilo Facebook la sconfitta del referendum sulle trivelle.
"Coraggio, che il 30% degli italiani siano civili non è una cattiva notizia. Pensavo peggio", commenta a freddo l'attrice che si lancia in un paragone alquanto azzardato: "Ricordiamoci che durante la resistenza i partigiani saranno stati un 200mila. Gli altri erano tutti schierati dalla parte delle torture e dei genocidi, della retorica più ridicola e dell'ipocrisia più bieca. E si sentivano pure moderni e scaltrissimi. Erano dei mostri e guardavano agli oppositori come a degli sfigati".
La Guzzanti, poi, se la prende con gli astenuti che ha definito "irresponsabili infantili e anche purtroppo un po' indegni" e poi li ha insultati scrivendo:"Sono come insetti sedati e impacchettati dal ragno. L'idea di liberarsi provoca loro un senso di fatica. Se urli che stanno per essere mangiati, protestano perché li disturbi. Hanno la sensazione di dormire ma non è un sonno naturale". E ancora:"Si sono rifiutati di capire. Hanno pensato 'ma perché me le vengono a chiedere a me queste cose che sono tecniche?', arrotolandosi ancora un po' nella ragnatela". L'attrice ha poi cercato di spiegare che il referendum non era su questioni tecniche ma "I coatti, nel senso dei prigionieri, le descrivono a loro stessi come "tecniche", perché gli fa fatica mettersi contro quelli che comandano. Gli fa fatica sembrare diversi anche se gli uguali sono come i corpi di Matrix, creature che esistono solo per farsi vampirizzare".
Un ultimo gentile pensiero è andato agli ultimi due Capi di Stato: "Nemmeno Mattarella che checché se ne dica, è stato coraggioso. Molto diverso da Napolitano che più invecchia e più ci dimostra d'essere peggio di quello che avevamo sospettato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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