Il M5s tira dritto e rifiuta le avance di Pippo Callipo, il candidato civico alla presidenza della Calabria appoggiato dal Pd. E intanto i dem si spaccano, con Zingaretti che minaccia espulsioni nei confronti di tutti i dirigenti che non si allineano alle direttive del Nazareno.
M5s e Pd sono alleati a Roma, ma in Calabria sono ai ferri corti. I portavoce del Movimento hanno ribadito la volontà di correre da soli alle prossime Regionali del 26 gennaio e respinto la richiesta di collaborazione arrivata da Callipo. Il 're del tonno' ed ex presidente regionale di Confindustria si era detto disponibile a siglare un'alleanza con i 5 stelle: “Aspetto solo che Di Maio mi chiami”. A quanto pare, però, la telefonata non arriverà.
Ieri diversi parlamentari pentastellati, tra cui il coordinatore per le Regionali Paolo Parentela, hanno presentato ufficialmente la candidatura del giovane docente universitario Francesco Aiello e rispedito al mittente la richiesta di Callipo.
In Calabria, dunque, non dovrebbe esserci alcun patto giallorosso tra le due forze che oggi sostengono il governo Conte.
Ma sia il M5s, sia il Pd, devono affrontare un caos interno dagli effetti potenzialmente devastanti. Il Movimento, in particolare, è diviso tra coloro che sono favorevoli alla candidatura di Aiello (finito nella bufera per via di una villetta semi-abusiva) e quelli che, invece, vorrebbero appoggiare Callipo, fino a poche settimane fa in cima alla lista dei 5 stelle per la candidatura alla presidenza della Calabria.
A quanto pare si andrà avanti con Aiello, secondo quanto stabilito dallo stesso Di Maio, contrario alla riedizione di un accordo elettorale con il Pd sul modello dell'Umbria.
Anche il Pd si trova nel bel mezzo di una bufera politica. I dem continuano a credere che l'alleanza con il Cinque Stelle sia l'unica possibilità per affrontare al meglio le elezioni e lo hanno ribadito ancora oggi per mezzo delle parole del commissario inviato da Zingaretti in Calabria, Stefano Graziano, che condivide la scelta di Callipo di tendere una mano al Movimento. In settimana lo stesso Zingaretti dovrebbe partecipare a una manifestazione pubblica al fianco dell'imprenditore vibonese.
A contrastare la linea del segretario c'è però quell'area del Pd che continua a essere fedele al governatore in carica, Mario Oliverio, pronto a candidarsi autonomamente contro le indicazioni del partito. Graziano ha avvertito i dissidenti: «Chi non appoggia Callipo è fuori dal Pd».
Oliverio non sembra tuttavia intenzionato a tornare indietro. Per domani è prevista l'inaugurazione della sede del suo comitato regionale, da cui, con ogni probabilità, annuncerà la sua nuova discesa in campo.
I consiglieri regionali a lui fedeli (Giuseppe Aieta, Mauro D'Acri, Michele Mirabello e Gianni Nucera), intanto, continuano a fare pressione su Zingaretti affinché convochi un “tavolo politico” a Roma, “perché in ballo c'è il destino di una regione e non dei singoli. Il metodo utilizzato nella scelta di Callipo appare divisivo e rischia di allargare le distanze nello stesso Pd”.
Oliverio, insomma, soffia sul fuoco della protesta, come dimostra la nota diffusa da 100 segretari di circolo del Pd, che dipingono Callipo come “l'uomo divisivo per
antonomasia” (nel 2010 si candidò contro il centrosinistra) e chiedono le primarie di coalizione. Richiesta che la segreteria Zingaretti ha più volte detto di non voler accogliere.L'implosione del Pd calabrese è sempre più vicina.
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