Dopo il successo ottenuto con l'approvazione della legge elettorale, Renzi coerentemente con il suo stile di governo e di comunicazione, connotati da un succedersi veloce di iniziative e di proposte si è immediatamente diretto verso altre tematiche cruciali, come la scuola e, proprio in questi giorni, la questione del conflitto di interesse. Nel merito di alcuni di questi provvedimenti, la maggioranza della popolazione e, in certa misura, anche parte degli elettori del Pd manifesta perplessità. Ma ciò non impedisce al presidente del Consiglio di mantenere una relativamente elevata popolarità, anche se, come vedremo, si eleva significativamente il numero dei fortemente critici.
Il decreto sulla «Buona scuola» è stato oggetto di una larga attenzione dei media nell'ultima settimana, che ha visto anche uno sciopero di insegnanti, verso cui la partecipazione è stata molto consistente. Anche per questo, l'esistenza di un dibattito sulla scuola è nota alla gran parte della popolazione. Due italiani su tre sono al corrente del fatto che si sta discutendo in questi giorni dell'istruzione: in particolare i più giovani e coloro che detengono i più alti titoli di studio. Può sorprendere, naturalmente, che malgrado tutta l'enfasi mediatica, un terzo dei cittadini non sia al corrente dell'iniziativa governativa sulla scuola: ma si tratta di un fenomeno fisiologico, che riguarda in particolare gli strati meno «centrali» socialmente, in particolare, gli anziani. Peraltro, il livello di conoscenza del dibattito sulla scuola è nettamente superiore di quello visto qualche tempo fa per ciò che concerne la riforma elettorale: oggi è il 66%, allora era il 48%.
Malgrado la vasta conoscenza (o, secondo alcuni, proprio a causa di quest'ultima) della questione, i contenuti della riforma della scuola vengono bocciati dalla maggioranza relativa della popolazione. Il dissenso (49% di avversi al provvedimento a fronte del 15% di favorevoli e del 36% di «non so») è assai maggiore di quanto registrato tempo fa per la riforma elettorale (allora era il 22%). Insomma, gli italiani non sembrano approvare il provvedimento proposto. Forse anche per questo motivo, Renzi ha mostrato un'apertura molto maggiore di quella praticata sull'Italicum e si è dichiarato aperto alla trattativa. Già negli ultimi giorni, ad esempio, i sindacati ne hanno parlato con i vertici del Pd e attendono di essere ricevuti dal governo.
Più scettici sulla riforma si dimostrano essere i giovani (specie i giovanissimi sotto i 25 anni), i possessori dei titoli di studio più elevati e, come era facilmente prevedibile, gli insegnanti e gli studenti. Dal punto di vista dell'orientamento politico, emerge naturalmente una più forte disapprovazione tra i partiti dell'opposizione: ma è molto significativo notare come anche nelle fila degli elettori Pd, la maggioranza relativa (41% contro il 36% di favorevoli) si dichiara scettica sulla riforma.
Tuttavia questo dissenso costituisce solo in parte una minaccia per la popolarità del governo. Che rimane sostanzialmente invariata anzi, con un incremento di due punti rispetto al mese scorso. Si nota, però, una significativa variazione degli atteggiamenti, nel senso che le posizioni di favore e di contrarietà vanno accrescendosi entrambe. In altre parole, nelle ultime settimane, a seguito dell'accentuarsi delle iniziative dell'esecutivo (Italicum e scuola), si è ridotta la quota di chi non sa o non vuole esprimere un'opinione sull'operato del governo (era il 5%, oggi è l'1%). Al tempo stesso, si assiste ad una radicalizzazione della contrarietà. Infatti, a fronte del lieve aumento (dal 31% al 33%) di chi giudica «abbastanza positivamente» l'operato del governo, emerge un assai più intenso accrescimento di chi ha un parere «molto negativo»: dal 24% al 36%.
Appaiono più scettici sull'azione dell'esecutivo i giovani (specie gli studenti, evidentemente influenzati dalla vicenda del decreto «la Buona scuola») e, naturalmente, gli elettori dei partiti di opposizione. Infatti, a fronte del 91% di favorevoli al governo registrato tra i votanti per il Pd (ove solo il 9% non è soddisfatto per l'operato dell'esecutivo), il 92% del seguito di Forza Italia e il 95% di quello della Lega esprimono posizioni critiche. Ma è anche di particolare interesse politico la distribuzione dei votanti per l'Ncd di Alfano. Malgrado la partecipazione al governo di questa formazione, la maggioranza (88%) dei suoi elettori esprime un giudizio negativo sull'esecutivo. L'accentuarsi della contrarietà all'operato del governo dipende in larga misura dalla presa di posizione degli elettori di Forza Italia, Lega e Ncd.
In definitiva, se il dissenso per il contenuto dei recenti provvedimenti del governo non sembra minare il livello di popolarità di quest'ultimo, esso porta ad una radicalizzazione delle posizioni, con una significativa accentuazione dei molto contrari. Gli scettici sull'esecutivo costituiscono la maggioranza relativa degli italiani.
Sondaggio Eumetra Srl, campione
rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne; Metodo Cati, casi 800; margine di errore 3,5%. Date di rilevazione: 6 maggio 2015. La documentazione completa è disponibile sul sito www.sondaggipolicoelettorali.it- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.