Matteo Renzi si arrende davanti all’evidenza. Salvo imprevisti, si andrà alle urne col modello tedesco, ma non per volontà sua.
"Il Pd non aveva i numeri su altri sistemi elettorali, andremo a vincere le elezioni con le regole volute dagli altri", avverte il segretario del Pd, intervenendo a '#OreNovè, nuovo appuntamento di approfondimento in diretta sui canali Facebook e Youtube. E guai a parlare di inciucio a due: “Il Pd ha scelto di aderire ad un accordo sulla legge elettorale che riguarda non l'inciucio Berlusconi-Renzi ma FI, il Movimento 5 stelle, la Lega, la Sinistra italiana per una legge condivisa". Dopo la sconfitta al referendum era inevitabile che si andasse in questa direzione ma senza la soglia di sbarramento al 5% l’accordo salta perché tale soglia “elimina il potere di ricatto e veto dei piccoli partiti, questo è un fatto oggettivamente positivo”. “È comprensibile – sottolinea Renzi - che i piccoli partiti non siano contenti, ma prima vengono gli interessi dell'Italia, poi quelli dei piccoli partiti".
"Quando si vota? La discussione appassiona i giornali ma il tema non si pone sulla base della legge elettorale ma su che tipo di bilancio vorremmo fare", precisa l’ex premier. “A me interessa ridurre il numero di disoccupati, il Pd lavora a questo. Non cambia niente se si vota sei mesi prima o dopo", ribadisce Renzi.
L’ex premier, poi, interviene anche sulle vicende giudiziarie che coinvolgono Virginia Raggi e Gianfranco Fini. "La Raggi – dice Renzi - fa bene a non lasciare se viene rinviata a giudizio. È giusto esigere il rispetto della Costituzione e del garantismo. Ma la presunzione o c'è sempre o non c'è mai, amici Cinquestelle". E ancora: "Non è normale che se prende l'avviso di garanzia uno del Pd voi lo distruggete sulla Rete e utilizzate due morali. Ma vi sembra normale che un partito fondato da un pregiudicato possa avere un atteggiamento smaccatamente a due livelli?", si chiede Renzi riferendosi a Beppe Grillo.
Sul caso di Fini e ‘casa di Montecarlo’ “vale il principio di garanzia e di rispetto, ma credo – precisa - che per politici deve valere la totale trasparenza dei conti correnti". "Io lo so come vivo, so quali sono i miei conti.
Non capisco perché - conclude con un pizzico di malizia - per alcuni politici non ci sia la modalità di controllare banalmente con le regole di trasparenza, se qualcuno tra conti correnti e polizze ha una situazione come quella è fondamentale intervenire".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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