Il richiamo con altro siero: Pfizer, Moderna o Sputnik

Via ai test su 600 pazienti dopo Oxford

Il richiamo con altro siero: Pfizer, Moderna o Sputnik

Mix di vaccini per il richiamo. Non appena arriverà il via libera dell'Agenzia del Farmaco, Aifa, partirà la sperimentazione con lo Sputnik fortemente voluta dal direttore sanitario dell'Imni Spallanzani di Roma, Francesco Vaia.

Una sperimentazione con due obiettivi: verificare l'efficacia dell'antidoto russo nel contenere le varianti del coronavirus e monitorare gli effetti della somministrazione del richiamo con un vaccino diverso per chi ha ricevuto come prima dose AstraZeneca, utilizzando anche lo Sputnik.

Una ricerca che punta a rendere più flessibile la programmazione del piano vaccini sia per i continui rallentamenti nelle forniture delle dosi sia per il rischio che aumentino in modo esponenziale le rinunce per la seconda dose di AstraZeneca. A spiegare come si articolerà il percorso dello studio il professor Vaia e l'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato.

Verranno coinvolti 600 volontari che dopo aver ricevuto la prima dose con il vaccino di Oxford si vedranno somministrare Pfizer, Moderna e i due diversi adenovirus di Sputnik. Lo studio verificherà la risposta immunitaria alle diverse sollecitazioni. A 150 di loro sarà iniettata la seconda dose con Pfizer, a 150 con Moderna, a 150 il primo Sputnik Ad5 e ad altri 150 lo Sputnik Ad26.

Ieri è stato materialmente firmato il memorandum di collaborazione scientifica annunciato un paio di settimane fa tra lo Spallanzani, il centro di russo Gamaleya e il fondo russo degli investimenti diretti.

«Lo Spallanzani e il Lazio sottoscrivono questo accordo tecnico-scientifico che darà il via alle sperimentazioni con Sputnik - spiega Vaia - Ci saranno due direttrici. Verificare se Sputnik sia in grado di produrre anticorpi neutralizzanti contro le varianti che preoccupano l'Italia. Quindi ci sarà uno scambio di materiale biologico con i colleghi russi che verranno qui è lavoreranno insieme con i nostri in laboratorio. I ricercatori russi dovrebbero arrivare in settimana».

Il professor Vaia sottolinea la necessità di «verificare fondate e ragionevoli ipotesi che il mix di vaccini possa farsi: evidentemente chiederemo ad Aifa di autorizzare questo studio, ma sono convito che ci darà il via libera perché in altri parti d'Europa si stanno facendo queste sperimentazioni».

Un modello già applicato in Inghilterra e Germania e ora anche in Francia.

Lo Sputnik è stato promosso dalla rivista The Lancet che ha confermato l' efficacia nel prevenire lo sviluppo della malattia nel 91,6 per

cento dei casi. Come AstraZeneca e Johnson & Johnson Sputnik sfrutta la tecnologia a vettore virale. Lo studio pubblicato su Lancet però era preliminare e i dati sul vaccino russo continuano ad essere poco trasparenti.

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