"Le riforme di Craxi cambiarono l'Italia"

Le parole di Mattarella sul leader del Psi: "Ha lasciato un grande segno nel Paese"

"Le riforme di Craxi cambiarono l'Italia"
00:00 00:00

nostro inviato a Hammamet (Tunisia)

I garofani. La bandiere. E il sigillo del Quirinale. Sergio Mattarella scrive un lungo messaggio che potrebbe essere collocato sul sepolcro, nel piccolo cimitero cristiano di Hammamet, in riva al Mediterraneo che guarda verso l'Italia. Qui Bettino Craxi morì in perfetta solitudine, latitante secondo la versione ufficiale delle autorità, esattamente venticinque anni fa. «Non gli fu permesso di tornare nel nostro Paese per curarsi e per concludere la propria esistenza», hanno affermato Ignazio La Russa e Antonio Tajani nella loro visita tunisina. Dopo un quarto di secolo però i verbali, gli avvisi di garanzia e gli interrogatori lasciano spazio alla storia, alle intuizioni, alle riforme che il leader socialista portò a termine o tentò.

Mattarella riconosce la grandezza del personaggio, il cui spessore viene raccontato anche dal presidente della Camera Lorenzo Fontana, dal ministro della difesa Guido Crosetto, da altri uomini delle istituzioni. «Bettino Craxi - afferma Mattarella - è stata una personalità rilevante negli ultimi decenni del Novecento e ha impresso un segno negli indirizzi del Paese in una stagione caratterizzata da grandi trasformazioni sociali». E qui il Presidente sottolinea le molteplici direttrici dell'azione di Craxi: «Interprete autorevole della nostra politica estera europea, atlantica, mediterranea, sostenitrice dello sviluppo dei Paesi più svantaggiati». Craxi sapeva stare al grande gioco sullo scacchiere mondiale, tenendo conto di esigenze diverse e talvolta contrastanti, ma sempre tenendo alto il nome dell'Italia. Come nella celeberrima vicenda di Sigonella e dello strappo con Washington. Poi il capo dello Stato sottolinea la «spiccata determinazione» che «caratterizzò le sue battaglie politiche, sia nel confronto fra i partiti, sia in campo sociale e sindacale, catalizzando sentimenti contrastanti nel Paese». Come nel caso del referendum sulla scala mobile che spaccò il Paese.

Così fino all'avvento di Mani pulite e «alle vicende giudiziarie - conclude Mattarella - che caratterizzarono quel burrascoso passaggio della vita della Repubblica». Insomma, Craxi, che pure commise i suoi errori, ha un peso specifico che non può essere ingabbiato nei fascicoli della cronaca giudiziaria. E il tempo un po' alla volta gli restituisce la sua grandezza: ad Hammamet, fra le lapidi ormai illeggibili e quella fresca di Fredéric Mitterand, nipote dell'ex presidente francese Francois, sono accorse centinaia di persone. Vecchi militanti, ma pure giovani, catturati dal suo fascino. Anche se pesa l'assenza della sinistra che tace e non riesce ancora a fare i conti con uno dei big della storia repubblicana.

Parla invece il Presidente della Camera Lorenzo Fontana che idealmente si affianca a La Russa nel tributo a Bettino: «È importante ricordare un protagonista della politica, uomo di governo e leader che ha segnato profondamente il suo tempo». Per Crosetto, Craxi «pagò anche per il suo coraggio. Fu attaccato anche perché si rifiutava di accettare il ruolo comprimario nel quale molti volevano rimanesse l'Italia».

Si batteva contro l' emarginazione, o peggio il declino del nostro Paese, oggi

denunciato pure da chi allora lo attaccava. E le celebrazioni di Hammamet, con Stefania e Bobo (assente la mamma Anna, rimasta in Toscana), potrebbero perfino essere un momento di ricomposizione della nostra slabbrata nazione.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica