Riforme, i grillini alle opposizioni: "Dimissioni di massa e andiamo al voto"

Parlamento a un passo dal collasso. All'indomani dello strappo di Renzi, i grillini minacciano: "Pronti a dimetterci". E Boccia: "Se l'Aula è vuota, non votiamo più"

Riforme, i grillini alle opposizioni: "Dimissioni di massa e andiamo al voto"

L'approvazione dei quaranta articoli che riscrivono la Costituzione avviene in un'Aula semivuota. Come annunciato, le opposizioni non si sono sedute ai loro banchi, con l’eccezione di una manciata di grillini e deputati azzurri a presidiare l'andamento dei lavori. Al premier Matteo Renzi, però, non importa. "Non ci fermiamo", promette. Eppure tutto intorno sembra crollare, mentre si fa assordante il silenzio del capo dello Stato Sergio Mattarella. All'indomani dell'Aventino delle opposizioni e della prova di forza della maggioranza, che ha finito per approvarsi una riforma tanto epocale quanto quella costituzionale, i grillini minacciano di dimetterso e la minoranza piddì fa sapere che non voterà più se l'Aula sarà ancora vuota.

"Abbraccio gufi e sorci verdi". Renzi fa il bullo. Per ora. La maggioranza ha superato la prova delle centinaia di proposte di modifica al ddl Boschi. Ma il secondo atto della partita sulle riforme non si è ancora consumato: per il via libera finale al provvedimento occorrerà aspettare i primi giorni di marzo. "Cambiare 40 articoli della Costituzione con metà dell’emiciclo disertata sarebbe una sconfitta per tutti - avverte Gianni Cuperlo - bisogna fare ogni sforzo per evitarlo". A Renzi non importa. Vuole arrivare a chiudere la riforma costituzionale entro la prima settimana di marzo. Avanti come uno schiacciasassi, dunque. Anche a costo di rimanere solo. A furia di non guardarsi indietro, infatti, i mal di pancia aumentano. E non soltanto tra i banchi dell'opposizione. Nelle ultime ore si sono rifatti vivi i malumori della minoranza dem. Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, avverte che se a marzo, al momento del voto finale sulle riforme, si dovesse ripetere l’assenza di tutte le opposizioni, la sinistra piddì non prenderebbe parte al voto stesso. "Renzi lasci le battute ai comici", intima Stefano Fassina ricordando al premier che "non è il più forte a fare le regole".

Se la minoranza piddì minacia di non votare più in linea conl partito, i Cinque Stelle minacciano di dimettersi per far cadere il parlamento e tornare al voto. "Siamo al limite del colpo di Stato bianco, quello che non si fa con carri armati e rastrellamenti, ma con colpi di mano di maggioranza - tuona Beppe Grillo dal blog - c'è una sola via d’uscita: sciogliere il Parlamento ed andare subito a nuove elezioni".

Una proposta che il deputato pentastellato Alfonso Bonafede rigira a tutte le opposizioni: "Noi siamo pronti a dimetterci. Certo, questo ha un senso se tutte le opposizioni lo fanno. Quindi chiedo alle altre forze di opposizione di seguirci".

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