Risarcire col Recovery le vittime di guerra

Risorse europee per il contenzioso con la Germania. Scadenza il 28 giugno

Risarcire col Recovery le vittime di guerra
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Una storia infinita. Dopo 78 anni, la Germania ancora fa fatica a riconoscere le sue colpe. Non è il passato che ritorna ma una storia di contenziosi che si protrae. E alla quale lo Stato italiano sta provando a mettere fine, attingendo ai fondi del Pnrr e fissando da ultimo la scadenza del 28 giugno. Si tratta dei risarcimenti per le vittime dei crimini di guerra compiuti dai nazisti tra il 1939 e il 1945, su cui la Germania oppone resistenza da almeno 20 anni, giudicando esauriti i propri oneri con gli accordi di Bonn del 1962, e il versamento all'Italia di 40 milioni di marchi (circa 1,5 miliardi di euro). Un punto fermo, per Berlino, che nel 2011 si appellò alla Corte penale internazionale, ottenendo ragione l'anno dopo con la conferma della legge sull'immunità giurisdizionale. Ma nel 2014 la Corte costituzionale italiana stabilì che quella immunità non è applicabile agli Stati che abbiano calpestato i diritti inviolabili dell'uomo.

Ed è a questo principio che fa riferimento anche l'ultima sentenza del tribunale di Bologna, che nel giugno 2022 ha condannato la Germania a risarcire i parenti delle vittime dell'eccidio di Marzabotto (760 morti nell'autunno 1944). La risposta di Berlino è stata un nuovo appello alla Corte internazionale dell'Aia per far valere la sentenza del 2012.

Una storia infinita (o finita male) sulla quale l'Italia si sta risolvendo ad agire autonomamente. Il 30 aprile 2022 il governo Draghi ha approvato un decreto-legge definendo una nuova disciplina per «il ristoro dei danni subiti dalle vittime di crimini di guerra e contro l'umanità, in danno di cittadini italiani dalle forze del Terzo Reich», fra il '39 e il '45. In pratica, il provvedimento ha posto un termine per presentare istanza di risarcimento alla Repubblica federale tedesca, istituendo un fondo per i ristori da 55,4 milioni con soldi del Pnrr e del Fondo per interventi strutturali di politica economica.

Quel termine per presentare una causa civile contro la Germania è stato più volte aggiornato, fino alla scadenza ultima del 28 giugno 2023 stabilita con la conversione in legge del decreto Milleproroghe, che ha peraltro incrementato il fondo per i risarcimenti con oltre 60 milioni. Le procedure, però, non sono semplici per i familiari delle vittime. Non basta aver ottenuto già una condanna penale contro singoli ufficiali nazisti: serve la documentazione per presentare una causa civile contro la Germania. Inoltre, il decreto del 2022 ha di fatto bloccato l'esecuzione delle sentenze passate in giudicato, e quindi la definizione della procedura civile che, in alcuni casi, aveva già avviato l'iter per il pignoramento di beni tedeschi in Italia (per esempio, la sede dell'istituto culturale statale Goethe-Institut a Roma).

Circostanza su cui, a dicembre scorso, il tribunale civile di Roma ha sollevato un rilievo di costituzionalità che la Consulta esaminerà il 4 luglio.

La questione fra Italia e Germania è spinosa, anche dal punto di vista giuridico. Ma chi ha subito indicibili sofferenze troverà mai il suo ristoro?

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