Alla riscossa contro gli incompetenti

Alla riscossa contro gli incompetenti

U na delle parole più utilizzate nei commenti politici in questo periodo è competenza. O, meglio, incompetenza. Di incompetenza sono accusati molti membri del governo, che sono effettivamente giunti a questa alta carica, senza avere accumulato l'esperienza che sembra a molti necessaria. Ma di incompetenza sono accusati spesso anche gli elettori. Specie i frequentatori dei social media. Che di frequente esprimono pareri sugli avvenimenti più svariati, senza avere le informazioni e la preparazione che sarebbe necessaria per formulare giudizi su tematiche anche complesse.

Molti hanno iniziato a parlare della necessità di privatizzare o di non privatizzare diversi servizi pubblici, senza conoscere la storia e le vicende delle privatizzazioni che hanno caratterizzato il nostro Paese.

Ci si può domandare da dove venga tutta questa sicumera nell'esprimere senza nessun dubbio e nessun ritegno i più svariati pareri e formulare le più svariate accuse. Cose che una volta ci si limitava a dire al bar, si scrivono oggi senza esitazione sui social media. Questi ultimi e Internet in generale hanno cambiato il modo di comunicare, quello di formulare opinioni e la nostra vita nel suo complesso. Ma Internet ha modificato anche le modalità stesse con cui le convinzioni e le opinioni si formano. E, in particolare, quelle con cui si creano e si modificano le decisioni di voto. Al riguardo, molti commentatori sono sorpresi di fronte al perdurare del consenso rilevato dai sondaggi sulle intenzioni di voto per i Cinque Stelle e la Lega, malgrado le evidenti difficoltà della loro azione di governo e il numero di gaffe pronunciate da questo o quel ministro o esponente dell'esecutivo.

Come mai, dicono, la gente continua a sostenere i grillini, nonostante le persistenti figuracce e, specialmente, la evidente incompetenza spesso mostrata nel gestire i problemi del paese? La risposta sta in larga misura nelle modalità di informazione dell'elettorato grillino e leghista e nella tipologia di messaggi a cui costoro sono particolarmente sensibili.

Partiamo dall'informazione. La gran parte dei commenti critici che leggiamo sui grandi giornali di informazione viene letta da persone che sono già altrettanto critiche. Si sa infatti che, nell'insieme della popolazione i giornali vengono letti assai poco e ancora meno sono letti i commenti.

Viceversa, la larga maggioranza dell'elettorato Cinque Stelle e oggi anche di quello della Lega trae le proprie informazioni da Internet. Ma non tanto dai siti dei giornali, quanto da quelli trash, infarciti di fake news e di bufale. Ciò porta a una sorta di bolla mediatica: spesso costoro si nutrono di una versione, molte volte distorta, della realtà e di questo si accontentano.

C'è in più in più l'elemento degli argomenti. Ragionamenti troppo complicati vengono spesso elusi da questo genere di elettorato. Che gradisce invece una informazione facile e talvolta semplicistica. Temi troppo complicati, come ad esempio il livello dello spread o il rapporto tra debito pubblico e Pil vengono trascurati da questa tipologia di cittadini. Che preferiscono argomenti più semplici e vicini ai loro interessi più immediati. Come è stato ad esempio per il reddito di cittadinanza.

Di fronte a questo genere di raccolta individuale di informazioni,

non c'è, nel momento attuale, molto da fare. Occorre che i partiti attualmente all'opposizione imparino ad usare Internet e provino in quella sede a controbattere a questo genere di argomenti. Per ora non vi sono riusciti.

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