Il primo «contatto» tra Chico Forti e la premier Giorgia Meloni risale a «quasi 10 anni fa». Lo ha rivelato lo stesso Forti ieri sera, durante Cinque minuti, trasmissione condotta da Bruno Vespa che va in onda su Ra1. «Ha fatto molto per me», ha sottolineato Forti, riferendosi sempre alla presidente del Consiglio. Un «contatto» - quello con la leader di Fdi - dovuto a Giulio Terzi di Sant'Agata, ex diplomatico e ministro degli Esteri, oggi senatore di Fratelli d'Italia. Forti aveva ringraziato Meloni, a prescindere dall'esito concreto dell'impegno. Ma la premier era riuscita dove altri, Luigi Di Maio in primis, avevano fallito.
L'ex campione di windsurf è tornato in Italia soltanto da qualche settimana: sono passati 24anni dalla condanna in Usa per l'omicidio di Dale Pike. Quattro lustri e mezzo che Forti ha dovuto trascorrere nel carcere di Miami. L' imprenditore originario di Trento ha ricordato la telefonata del primo marzo: quella con l'ambasciatrice italiana a Washington e con la premier italiana che erano alla presenza di Joe Biden. «Siamo finalmente riusciti a convincerlo - ha detto Meloni, secondo Forti, nel corso della chiamata - torni a casa». Da lì a poco, la presidente del Consiglio avrebbe annunciato il raggiungimento di un obiettivo più volte annunciato da esecutivi precedenti ma mai raggiunto. «Il carcere a Miami è basato sulla punizione mentre qui ho conosciuto valori che era 24 anni che non ritrovavo. Valori umani di rapporti e rispetto, una differenza tra notte e giorno», ha raccontato Forti, che è recluso a Verona ma che ha potuto incontrare sua madre. La sua «roccia», la sua «forza» e la sua «energia»: «Ci puoi vedere i fuochi d'artificio nei suoi occhi, la gioia nel suo sguardo», ha continuato l'ex velista, parlando di sua madre. E se esiste qualcosa che dà la forza di «andare avanti», quella per Forti è di sicuro la «convinzione» di essere innocente. «Se non credi in te o ti suicidi o cambi la vita», ha fatto presente.
Poi Bradley Pike, che in un primo momento non aveva preso posizione in favore dell'italiano condannato per l'omicidio del fratello Dale, è tornato sull'innocenza di Forti, con ulteriori atti concreti.
«Credo - ha dichiarato Forti - che abbia raggiunto un momento, forse anche per il discorso di mia madre, entrambe le famiglie hanno sofferto tanto, in cui abbia deciso di fare qualcosa di concreto». Nel passaggio di Rebibbia, prima di Verona (in entrambi i posti è stato «accolto come un re») l'amatriciana con i compagni di cella e l'incontro con Schettino. «Chico sei il mio eroe», ha detto a Forti l'ex comandante.
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