La rivincita di Carlo e Camilla

Oggi l'incoronazione del brutto anatroccolo, timido, bullizzato a scuola e in attesa dello scettro per 70 anni. Che è anche riuscito a trasformare in Regina l'ex amante.

La rivincita di Carlo e Camilla

Mette la corona il re introverso, il brutto anatroccolo, bullizzato a scuola, che dai genitori non ha ricevuto un abbraccio nemmeno quando mamma Elisabetta e papà Filippo tornarono da un tour reale di sei mesi, e lui, oggi incoronato Re Carlo III, aveva 6 anni e fu affidato alle cure della nonna. Mette la corona l'eterno principe, che arriva al trono a 74 anni con il record negativo di sovrano più anziano, ma che riesce a inserire il lieto fine alla fiaba di Buckingham Palace, capace di far incoronare regina l'unico vero vizio a cui non ha saputo resistere: l'ex amante e suo eterno amore, Camilla, croce e delizia di tutta una vita.

Insicuro, timido, solitario e solo. Di Re Carlo III si sa che la sua prima parola fu «nana», per «nanny», la tata con cui cresceva mentre gli impegni della mamma regina, mai troppo affettuosa, si facevano sempre più fitti. I genitori si erano già persi il suo primo dentino e i primi passi, e quando Elisabetta II partì per il tour reale - era il 1954 - lei e il marito Filippo, al loro ritorno, salutarono Carlo e la sorella Anna con una stretta di mano.

Della Gordonstoun School, la scuola in Scozia dove a 13 anni lo aveva mandato il padre, che lo voleva un man's man, un duro capace di stare nel duro mondo maschile, Carlo ha raccontato che era stata «un inferno», un carcere di notti insonni vittima dei bulli, che lo svegliavano a cuscinate e scherzi pesanti. Winston Churchill, che lo conobbe quando aveva quasi quattro anni, di lui disse: «È giovane per pensare così tanto». «Ipersensibile, solo, eccessivamente timido e dedito ad attività tranquille come leggere e dipingere», lo definì la sua governante Catherine Peebles. Eppure fu il primo erede al trono a laurearsi, in Storia, nonostante i risultati mediocri fra i banchi, graziato da un posto ottenuto a Cambridge senza dover fare un esame.

I viaggi in Rolls-Royce, Bentley e Aston Martin non gli hanno tolto il gusto per le giacche rattoppate e l'amaro per il lungo ruolo di Re in attesa, ricoperto da quando aveva 3 anni. Nonostante gli spostamenti con letto ortopedico e tazza del water al seguito, raccontati dal biografo Tom Bower, Carlo nel 2004 ammise sconsolato: «Nessuna sa che assoluto inferno è essere principe di Galles».

L'incubo peggiore lo ha vissuto in famiglia, lacerato fra sentimento e doveri reali. Fra Camilla e Diana. Fra il cuore e la corona. Riuscito nel miracolo di trasformare «la più odiata» del Reame, la «cattiva e pericolosa» Camilla dipinta dal figlio Harry, nella sua Regina e Regina di tutti. Nel 1980, quando la baciò di fronte al marito, l'adultero seriale Andrew Parker Bowles, durante un ballo a un evento di polo, Carlo pubblicò un libro per bambini in cui scriveva di un vecchio che incontra un re con un «particolare tappetino di gomma» fissato al sedere, per «impedirgli di scivolare dal trono tutto il tempo». Questa è la domanda e il suo peggiore incubo: scivolerà?

I venti di guerra soffiano sul mondo, il Paese vive giorni difficili tra bollette alle stelle e scioperi in strada, le spinte repubblicane nel Commonwealth e quelle indipendentiste covano, la faida famigliare con Harry e Meghan è in corso. Oggi Carlo prende scettro, corona e mantello e sa che questa è l'occasione della sua rivincita, la riscossa dell'ex timido bullizzato, l'occasione di un predestinato che voleva essere leader e ha sempre saputo di non averne le doti. Per non cadere, Carlo sa che deve preservare l'eredità della madre Elisabetta II: servire la nazione, con dedizione e rispetto, fino alla morte. Cercando di scrollarsi quel complesso di inferiorità che lo ha sempre accompagnato e che ammise con il biografo Jonathan Dimbleby: «La difficoltà, il più delle volte, è non sentirsi degni, inevitabilmente», disse. Quanto al mandato di sovrano: «Non penso che i reali dovrebbero pensionarsi o essere pensionati», rispose all'Observer, ma era 50 anni fa.

Ora lui è davvero Re. Una corona, uno scettro e un globo sono per sempre. Gli inglesi lo sanno. Ed è per questo che in tempi incerti si tengono stretti la monarchia, la loro bussola. Anche quella del brutto anatroccolo Carlo.

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