La rivincita dei Pigs sui Paesi frugali

Sino a poco tempo fa nelle cronache si leggevano con frequenza le prediche dei rigoristi e dei frugali a noi Pigs, ossia portoghesi, italiani, greci e spagnoli, per rammentarci il rispetto delle regole fiscali e di economia industriale

La rivincita dei Pigs sui Paesi frugali

Sino a poco tempo fa nelle cronache si leggevano con frequenza le prediche dei rigoristi e dei frugali a noi Pigs, ossia portoghesi, italiani, greci e spagnoli, per rammentarci il rispetto delle regole fiscali e di economia industriale e per censurare i nostri «aiuti di stato». Da ultimo, ci è stato rimproverato che non rispettiamo le regole sulla concorrenza, per spiagge e stabilimenti balneari con annessi alberghi e ristoranti, per gli appalti delle opere pubbliche, per i prodotti agricoli e via cantando. Ora che c'è il Recovery Plan, il ritornello dei rigoristi e dei frugali si concentra sulla parola «riforme», che include tutte quelle prediche come pregiudiziale alla erogazione dei fondi. E ci è venuto da Berlino, da Vienna, da Amsterdam l'avviso che, tornando la normalità, dovremo rientrare nei banchi, perché la ricreazione è finita. Senonché, erano «parole, parole, parole». Finché si trattava d'insegnare il rispetto delle buone regole a noi, popoli latini a Sud delle Alpi, loro erano esemplari. Ma quando si è trattato del virus a casa loro, dove è finita questa disciplina sociale, questa capacità di stabilire le buone regole? In Danimarca, ove è al potere il partito della sinistra radicale di Margarethe Vestager, che ci rimprovera il lassismo negli aiuti di stato, è mancato il rigore nelle regole e nel loro rispetto nella lotta al coronavirus: che ha rialzato la testa, in modo minaccioso. Ora è stato stabilito il green pass per alberghi, ristoranti, eventi vari. Nell'Austria, leader dei «frugali», è stato stabilito il lockdown anche per i vaccinati, perché i contagi sono fuori controllo. In Germania, il paese dei rigoristi della Bundesbank, la Banca Centrale, la curva dei contagi sta salendo a un ritmo che impressiona, soprattutto per il numero di morti, ieri a quota 248. Anche da noi salgono i contagi, ma i morti in Italia sono 56, nella media settimanale. Con il rapporto della Germania fra morti e popolazione, noi ne avremmo 180.

Il fatto è che Draghi, con la sua campagna vaccinale, ha rilanciato l'economia in modo insperato perché ha realizzato una quota di vaccinazioni pluri-dose per abitante, che nessun altro paese ha. Per questo, gli italiani credono in Draghi, come capo di un governo di unità nazionale e lo vogliono in questo ruolo, perché c'è bisogno di lui come generale che vince la guerra contro il drago del virus.

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