La rivolta del Nord contro la Lamorgese: "Non accogliamo più immigrati"

L'avvertimento: "A rischio la tenuta e la sicurezza del nostro sistema sanitario e sociale". Ma gli sbarchi continuano: "C'è approssimazione, superficialità e impotenza"

La rivolta del Nord contro la Lamorgese: "Non accogliamo più immigrati"

La media è spaventosa: tra le ore 23.00 di martedì 28 luglio e le 8.00 di ieri mattina, Lampedusa ha contato 23 sbarchi con 334 immigrati, corrispondente a un ritmo di due sbarchi e mezzo ogni ora. La situazione preoccupa non solo i cittadini - che temono un nuovo lockdown a causa di una possibile seconda ondata che potrebbe essere importata dall'estero - ma anche i governatori delle Regioni. In tal senso il Nord si è duramente esposto e ha chiarito la propria posizione: dal Friuli al Piemonte, passando anche per Toscana ed Emilia-Romagna, iniziano ad arrivare preoccupazioni per la situazione sanitaria visto che i clandestini positivi al Covid-19 continuano a sbarcare e a circolare tranquillamente nelle varie città del nostro Paese.

Come riportato da La Repubblica, ad alzare la voce è stato il piemontese Alberto Cirio che ha detto "basta" e perciò ha scritto al ministro dell'Interno per informarlo del fatto che il Piemonte non può garantire oltre queste forme di accoglienza e per chiedere di non voler procedere a ulteriori invii "che metterebbero fortemente a rischio la tenuta e la sicurezza del nostro sistema sanitario e sociale". È del tutto evidente che l'emergenza sanitaria incide fortemente anche sulla disponibilità dei territori ad accogliere i profughi, "seppure con test sierologico o con tampone negativo, e concentra soltanto su alcune regioni il peso della redistribuzione".

"Approssimazione e superficialità"

Un attacco è arrivato anche da parte di Nello Musumeci. "C'è approssimazione, superficialità e impotenza da parte degli organi di Stato nell'affrontare il fenomeno migratorio. La nostra pazienza è al limite", ha tuonato il presidente della Regione Sicilia. Ma anche dallo stesso governo giallorosso arrivano sollecitazioni. Luigi Di Maio (che ora fa il duro per imitare Salvini) ha invitato l'Europa ad aprire gli occhi sulla questione e l'ha richiamata ai suoi impegni: "Non dobbiamo avere paura di dire che in questo momento l'Italia da sola non ce la può fare. Serve un'azione di ampio respiro sul tema, che salvaguardi la tenuta sociale del Paese".

Il Viminale adesso sta provando a cercare scuse: secondo un documento diffuso, la gestione dei flussi migratori oggi è molto più complessa rispetto agli scorsi anni a causa dell'emergenza Coronavirus e della crisi economica.

La stessa Luciana Lamorgese ha riconosciuto che una situazione del genere non può andare avanti ancora per molto tempo: anzi, anche lei ha preso coscienza del fatto che bisognerebbe agire tempestivamente. "Per noi sono inaccettabili questi arrivi continui, che stanno collassando l'isola di Lampedusa", ha dichiarato l'ex prefetto di Milano.

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