La prima rivoluzione 20 anni fa: la patente a punti del Cav

Fu il governo Berlusconi nel 2003 a introdurre il deterrente. Ancora oggi funziona, salvate molte vite

La prima rivoluzione 20 anni fa: la patente a punti del Cav
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Nella settimana in cui il Consiglio dei ministri licenzia il decreto che include modifiche sul Codice della Strada, la patente a punti si accinge a tagliare il traguardo dei 20 anni di vita. Era infatti il 1° luglio 2003 quando in Italia entrò in vigore questo meccanismo rivoluzionario, introdotto nel Codice della strada dal governo presieduto da Silvio Berlusconi con l'obiettivo di far diminuire drasticamente il numero delle vittime causate dagli incidenti stradali. A due decenni esatti da quell'idea partorita dalla mente del leader di Forza Italia, insieme all'allora ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Pietro Lunardi, la patente a punti si è ampiamente dimostrata efficace come deterrente contro i comportamenti stradali più riprovevoli già fin dai primissimi mesi dalla sua applicazione. I risultati si sono rivelati infatti impressionanti, stando ai dati Istat.

Nel 2002, l'anno precedente all'entrata in vigore del provvedimento, gli incidenti stradali complessivi erano stati 385.471, di cui 265.402 avevano provocato lesioni a persone. A causa dei sinistri tra autoveicoli, morirono in quel periodo 6.980 persone e ne rimasero ferite 378.491. Oggi, a tal proposito, la situazione è sensibilmente migliorata. Lo testimoniano i dati relativi al 2022 quando si erano registrati 70.554 incidenti in totale, tra i quali 28.914 con danni a persone; in questo caso le vittime sono state 1.489, mentre i contusi sono stati calcolati sulle 42.300 unità. Tutti elementi numerici che certificano l'incidenza positiva che l'istituzione della patente a punti ha prodotto nel tempo.

Anche perché, naturalmente, bisogna considerare che il traffico veicolare è notevolmente aumentato in tutti questi vent'anni. Basandosi infatti sulle registrazioni al PRA, l'ACI ha calcolato nel 2022 un parco circolante di 40.213.061 autovetture in tutta Italia, che però diventerebbero 53.763.441 se si includessero tutte le tipologie di veicoli. A inizio anni 2000 il numero complessivo dei mezzi di trasporto presenti nel nostro Paese era invece fermo a 42.950.326. La crescita della circolazione stradale è stata di certo accompagnata allo stesso tempo da un considerevole sviluppo di dispositivi tecnologici intelligenti. Un impatto tecnologico che ha assicurato uno stile di guida più sicuro anche per qualche conducente più «distratto». Tuttavia, resta il fatto che il trend del calo del numero dei morti e dei feriti per incidenti stradali era già visibile in avvio di terzo millennio: nel 2008 a cinque anni di distanza dalla nascita della patente a punti le vittime furono 4.

725 e i feriti 310.745, mentre nel 2013 erano stati rispettivamente 3.401 e 258.093. Una tendenza statistica rimasta sempre costante fino ad adesso e la cui gran parte merito è da attribuire a quell'alleanza di centrodestra.

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