La rivoluzione "libertarians"

Difficile negare quanto pesi l'opinione di Musk e che dove investa lui, è probabile che vada almeno una parte del mondo

La rivoluzione "libertarians"
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Genio. Presidente ombra. Nababbo. Imbroglione, tirapiedi, ruffiano. Tutto il mondo parla di Elon Musk, l'Italia pure. Certo, da noi molto ha fatto la polemica transatlantica con il presidente Mattarella, quando il sognatore miliardario ha scritto sul suo X che i giudici impegnati nel processo a Salvini dovrebbero andare a casa. Per tutti, è l'uomo più ricco del mondo. Un patrimonio personale che supera il Pil del Portogallo, e una serie di aziende tra le mani che stanno disegnando il futuro. Tesla, con le sue macchine elettriche. SpaceX, che ha rotto il muro del controllo pubblico sull'esplorazione spaziale. Starlink, che con i suoi satelliti vuole portare internet ovunque. OpenAI e Neuralink, che da quando sono stati lanciati affannano tutti a parlare di intelligenza artificiale. Molto e molto altro, dai tunnel cittadini per ammazzare il traffico ai social senza filtri, con X.

Insomma, difficile negare quanto pesi l'opinione di Musk e che dove investa lui, è probabile che vada almeno una parte del mondo. Ha avuto, poi, un ruolo essenziale nella vittoria di Donald Trump. Ha partecipato attivamente alla sua campagna elettorale, come mai un uomo dalla sua potenza finanziaria abbia fatto in passato. Ma non è per questo, che è stato fondamentale. Lo è stato per ciò che rappresenta agli occhi degli americani, incarnando e promuovendo con la sua sola presenza la proposta politica di Trump. Una nuova rivoluzione libertaria e conservatrice, che gli Stati Uniti stanno vivendo anche in contrapposizione al wokismo imperante degli ultimi anni e alle difficoltà economiche dei ceti medi e più poveri a cui i democratici hanno contrapposto ricette sociali inadeguate, un'immigrazione incontrollata e una spesa pubblica crescente.

Una rivoluzione che è già in corso nell'opinione pubblica americana, e che molti non hanno capito. Gli americani sono molto meno ideologici degli elettori europei e Musk incarna questa visione pragmatica, che guarda a chi si mostra più capace di risolvere i problemi. Si definisce in parte democratico e in parte repubblicano, essendo molto progressista sui temi etici e molto più conservatore, quasi libertario radicale, sui temi economici. Il suo ruolo, speso in modo così forte a sostegno di Trump, ha significato per gli elettori un impegno concreto ad abbassare il peso dello stato. Non è un caso che sia stato subito annunciato alla guida del nuovo Dipartimento per l'Efficienza governativa. A dare un'idea di cosa possa fare in questo ruolo è stato lo stesso Musk in modo molto semplice, quasi brutale: «La spesa pubblica è finanziata dalle tasse. I nostri soldi vengono sprecati. Il Dipartimento per l'Efficienza del governo risolverà il problemi». Ha elencato, e continua a farlo ogni giorno mettendo i brividi a tanti dipendenti pubblici, una serie di spese oggettivamente assurde da parte del Governo. Ha già detto di voler tagliare il bilancio di Washington per oltre duemila miliardi di dollari: circa un terzo di quello attuale, senza intaccare le macro voci di sanità e difesa. Ergo, un assalto alla proliferazione delle tante agenzie federali che da anni si impegnano a regolare sempre più nel dettaglio la vita degli americani.

Trump ha stravinto le elezioni, dimostrando che alla fine la democrazia è una cosa semplice: vince chi ha più voti, non chi ha più vip o media dalla propria parte, o chi spende più soldi per la campagna elettorale. Ha vinto la sua proposta politica, che è soprattutto quella di uno stato meno invadente nel portafogli e nella morale dell'individuo, rispetto a quella contrapposta dei democratici. Più libertà e più impresa, meno tasse, meno spesa pubblica e meno vincoli. Valori a cui gli americani sono antropologicamente più legati degli europei.

Elon Musk ha incarnato questa proposta, influenzando le elezioni ben oltre la sua storia e il suo potere economico. Sentiremo parlare tanto di lui, forse tantissimo nei prossimi anni, anche se molti non sanno ancora perché. Lui, Musk, lo sa di certo.

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