Il pit stop di Berlusconi a New York si prolunga fino alla settimana prossima. Ma non è la salute a fermare il Cavaliere negli Stati Uniti, sebbene venerdì scorso un lieve malore lo ha obbligato a un ricovero mordi e fuggi al Columbia Presbyterian. Un controllo quasi di routine per l'ex premier che in ogni caso non deve e non vuole sottovalutare le sue condizioni fisiche. Con lui c'è sempre l'amico e medico curante Alberto Zangrillo, capo dell'équipe che l'ha operato alla valvola aortica lo scorso 14 giugno. Naturalmente anche i medici statunitensi gli hanno prescritto un po' di giorni di riposo e raccomandato di non strapazzarsi troppo. Indiscrezioni confermano che il viaggio negli Usa è anche un viaggio di affari anche se non trova riscontri la notizia che il Cavaliere potrebbe incontrare il magnate americano Rupert Murdoch. In effetti il patron di Sky non potrebbe acquistare Mediaset Premium su cui è in atto un braccio di ferro tra il Biscione e la francese Vivendi. Se il gruppo di Murdoch comprasse direttamente Mediaset Premium, infatti, si muoverebbe subito l'Antitrust o l'Agcom. Più probabile quindi una joint venture o qualche altra forma di collaborazione. In ogni caso sul business del Cavaliere così come sul suo stato di salute c'è massimo riserbo.
Quello che viene detto esplicitamente è che Berlusconi non ha alcuna intenzione di mollare, anzi. Proprio i rigorosi accertamenti medici sarebbero propedeutici a un suo ritorno in campo. Saranno sconsigliati i bagni di folla o le maratone televisive ma l'ex premier ha in animo di far sentire la propria voce in politica come prima. La valutazione che si fa è che un suo intervento diretto nel dibattito sulle riforme potrebbe essere determinante a far pendere la barra degli indecisi verso il «No» al referendum. Troppi elettori «moderati» sono ancora indecisi sul da farsi e l'ex premier potrebbe risultare determinante nel convincerli a bocciare il ddl Boschi. Nessun ripensamento sul niet, quindi. Anzi: Berlusconi benedice qualsivoglia iniziativa sul territorio per perorare le ragioni del «No». L'ultima in termini di tempo è quella dei giovani di Forza Italia guidati da Annagrazia Calabria che ieri alla Camera, assieme al capogruppo Renato Brunetta, ha annunciato le battaglie degli azzurrini: «Vogliamo il cambiamento ma vogliamo cambiare perché le cose migliorino davvero. Ecco perché, a due mesi esatti dal referendum, moltiplichiamo i nostri sforzi, anche nella Capitale, per far sì che il 4 dicembre vinca il No, mettendo la nostra organizzazione al servizio dell'Italia prima che di Forza Italia». E ancora: «Saremo nelle università e nelle piazze per contrastare la martellante propaganda del governo.
Convinti che l'impegno che il Pd sta mettendo per vincere la partita referendaria avrebbe potuto e dovuto essere indirizzato verso altre priorità, verso altre emergenze».E sempre di riforme si parlerà questa sera a Porta a Porta dove il ministro Maria Elena Boschi incrocerà le spade con Stefano Parisi sempre lanciato con la sua «Energie Per l'Italia».
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