(In)sicurezza stradale italiana. Lo scorso fine settimana, una frana sull'autostrada A6 Torino-Savona ha fatto crollare una porzione del viadotto: circa quaranta metri di carreggiata hanno totalmente ceduto, dando vita a una voragine che avrebbe potuto uccidere numerose persone e che richiama alla mente la tragedia del Ponte Morandi di Genova. I viadotti italiani delle autostrade continuano a tenere banco, ma Movimento 5 Stelle e Partito Democratico – attualmente presi a litigare sul Meccanismo europeo di stabilità – sembrano non curarsi troppo dello stato di (mala)salute delle nostre strade.
Il leghista Edoardo Rixi, ex sottosegretario al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture dell’allora Danilo Toninelli incalza allora la traballante maggioranza giallorossa, chiedendo lumi sull'accordo siglato nel 2018 tra il dicastero stesso e il Cnr, Consiglio Nazionale delle Ricerche, proprio per monitorare le autostrade del Belpaese, individuandone le criticità e mettendole in sicurezza:"Vorrei sapere in che cassetto è sparita la convenzione sottoscritta a dicembre 2018, tra il ministero delle Infrastrutture e il Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche, che era stato individuato dal Mit come soggetto di competenza scientifica a livello mondiale per un piano di monitoraggio dinamico sperimentale su infrastrutture stradali, ponti, viadotti e cavalcavia".
Il deputato, nonché responsabile delle Infrastrutture del Carroccio, tiene il punto: "In base alla convenzione, sottoscritta dall'allora ministro Toninelli, il Cnr avrebbe potuto provvedere già da luglio di quest'anno all'avvio di attività sperimentali su dieci infrastrutture modello per la formazione di una piattaforma nazionale sperimentale per la sicurezza delle infrastrutture stradali e autostradali in condizioni di criticità. A novembre il Cnr avrebbe garantito la realizzazione di una piattaforma con monitoraggio e acquisizione di dati in tempo reale, con tecniche di intelligenza artificiale all'avanguardia".
E invece, nulla di tutto questo. Per l’incuranza di M5s e Pd, che su autostrade discutono sono sulla questione della revoca alla famiglia Benetton. Il piano, ancora in stand-by, avrebbe avuto un costo limitato di 250 milioni e avrebbe portato alla creazione di una piattaforma scientifica con parametri chiari e linee guida nazionali di intervento per tenere sotto controllo le infrastrutture.
"L'ex ministro Danilo Toninelli, oltre a sbandierare la revoca delle concessioni e prendersela con la Lega, farebbe meglio a unirsi nel nostro pressing sull'attuale ministra Paola De Micheli per dare seguito a misure di attuazione immediata che evitino altre tragedie o altre emergenze, che stanno portando al collasso il nostro sistema infrastrutturale e mettendo a rischio la sicurezza pubblica", aggiunge l’esponente della Lega.
Che, infine, chiosa così: "Basta chiacchiere: non si può perdere più un minuto e partire con un piano serio di monitoraggio e messa in sicurezza di centinaia di ponti e viadotti del Paese".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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