L'abbraccio finale tra Salvini e Meloni dopo le tensioni. Berlusconi: "Daremo un buon governo"

A Roma i leader di Lega e Fdi cancellano l'immagine di divisione data giovedì a Milano. La telefonata del Cavaliere per Occhiuto: Calabria simbolo del riscatto del Sud grazie a un centrodestra liberale, cristiano ed europeo

L'abbraccio finale tra Salvini e Meloni dopo le tensioni. Berlusconi: "Daremo un buon governo"

Mentre a Roma Matteo Salvini e Giorgia Meloni si abbracciano, accanto al candidato sindaco di centrodestra Enrico Michetti, per spazzare via le tensioni degli ultimi giorni, Silvio Berlusconi sceglie di chiudere la campagna elettorale in Calabria con un collegamento telefonico di sostegno all'aspirante presidente della Regione, l'azzurro Roberto Occhiuto.

In questa terra, che per il leader di Forza Italia deve diventare «il simbolo del riscatto del Sud», il partito gioca la sua battaglia più importante alle elezioni che domani e lunedì 4 ottobre porteranno al voto oltre 12 milioni di cittadini in tutt'Italia. Elezioni amministrative, in 1.342 Comuni, comprese sei grandi città e nella regione calabrese che ha perso la sua governatrice Jole Santelli e anche suppletive per il parlamento, da Roma a Siena. Elezioni che avranno inevitabilmente un peso politico, al di là di quello locale.

Nella Calabria che deve restare a guida azzurra Berlusconi promette un «buon governo come quello già alla guida di tante Regioni italiane», perché di «un centrodestra liberale, cristiano, europeo, capace di pensare in grande ma soprattutto di realizzare i vostri sogni». E dice agli elettori, puntando al loro orgoglio: «Non ci basta vincere, vogliamo trionfare! La Calabria deve far sentire forte la sua voce, per dare il segnale di un sud diverso, deve essere una terra da desiderare, non da lasciare». Ricorda, il Cav, che i suoi sono stati i governi che hanno investito più risorse al Sud-est, che il Ponte sullo Stretto, di cui si torna a parlare, se l'avessero «lasciato fare sarebbe già una realtà». Occhiuto, spiega, è uno dei migliori dirigenti azzurri, capogruppo alla Camera e con la sua squadra può «riportare la Calabria al centro, dell'Italia e dell'Europa».

La coalizione deve tenersi unita superando la competizione tra le due forze maggiori, Lega e Fratelli d'Italia, una al governo con Mario Draghi e l'altra all'opposizione. La leadership azzurra, convintamente governativa, deve bilanciare e smussare le esuberanze della destra perché, Berlusconi lo ha ripetuto anche ieri su questo giornale, solo così, al centro, con un forte peso moderato, l'alleanza può ambire ad essere di governo.

Nella capitale, tra abbracci, baci e selfie Salvini e Meloni s'impegnano a cancellare l'immagine di divisione della conferenza stampa del giorno prima a Milano, per il candidato sindaco Luca Bernardo, quando è saltata la foto tutti insieme per il ritardo dell'aereo della leader di Fdi e l'impazienza di prendere il treno del Capitano. Ma ora la Meloni, che nella foga sporca di rossetto la camicia del leader del Carroccio, assicura: «La sinistra ha strumentalizzato su presunte nostre divisioni, noi siamo compatti, abbiamo una visione comune, non siamo come la sinistra che sta insieme per le poltrone». Salvini la prende in braccio, stile Guido Crosetto e, quando a un fotografo scappa la battuta (« Mattè, nun ce provà») sorride: «È affetto politico. Siamo destinati a governare insieme, vogliono dividerci ma siamo e restiamo compatti». Lei si dice contenta dell'incontro con Matteo, sottolineando: «Oggi (ieri, ndr) non ci sono aerei o treni a separarci». Lui annuncia: «Qui c'è la squadra che presto governerà l'Italia». Subito pubblica sui social il selfie di coppia con il tweet: «Vinciamo e cambiamo l'Italia!», completo dell'ennesima giustificazione: «Ieri avevo già rinviato un treno, dovevo partire per rispetto degli elettori».

Scene di sintonia a Spinaceto, periferia sud-est di Roma, cui assiste Antonio Tajani, che partecipa all'incontro con Lorenzo Cesa dell'Udc. Anche il vicepresidente e coordinatore azzurro butta acqua sul fuoco delle polemiche, sottolinea che si è data «la dimostrazione plastica che il centrodestra è unito» e, precisa, «vince se la componente moderata è forte». Smentisce ancora lo «scambio di battute» sugli alleati del Cav con il direttore de La Stampa e aggiunge: «Piuttosto aspettiamo una conferenza stampa unitaria di Letta, Conte e Speranza, che se noi siamo divisi non so loro...».

Salvini intanto puntualizza come pesare i risultati del voto: «Chi avrà più sindaci avrà vinto, secondo monsieur de Lapalisse». E Tajani, gli equilibri di coalizione: «Il partito che ottiene più voti esprime il presidente del Consiglio».

Michetti, alla fine, può fare con tutti la sua foto opportunity.

Gli dicono che è smagrito e lui scherza sul tour de force da una cena elettorale all'altra, anche 7 a sera. «Fai il discorso e ti tirano per la giacca per correre ad un'altra, che sei in ritardo. Arrivi all'ultima e te dicono Mi spiace, se so già magnato tutto. C'è solo da bere...». Dieta elettorale, non voluta.

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