Russi e inglesi ora si sfidano nel Mediterraneo

Se non fosse un caso, il filo conduttore di queste operazioni potrebbe rientrare nella guerra asimmetrica, il cui obiettivo, portato avanti da inglesi e ucraini, sarebbe quello di interrompere il trasporto clandestino di petrolio russo nonché dissuadere armatori e operatori del settore

Russi e inglesi ora si sfidano nel Mediterraneo
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La competizione imperiale tra russi e inglesi si sta spostando dalle steppe dell'Asia Centrale alle acque in tempesta che dal Mediterraneo portano al Mar Nero. E la guerra in Ucraina, che ha visto fin dall'inizio un coinvolgimento diretto di Londra, fa da bussola al nuovo Grande Gioco. In questa versione rinnovata del romanzo storico di Peter Hopkirk, due secoli dopo, cambiano il contesto e il terreno di scontro. Tuttavia, rimane identica la forma ibrida, cioè la capacita di agire clandestinamente attraverso nuovi sistemi informatici e vecchie tecniche di sabotaggio.

Da quando la Russia ha iniziato il suo attacco su larga scala, l'Inghilterra ha messo in campo il suo complesso militare-industriale a supporto dell'Ucraina nel Mar Nero, e fin da subito sono stati inviati al governo di Kiev gli aerei di sorveglianza elettronica RC-135, per rilevare segnali di comunicazione. Successivamente, sono stati ingaggiati anche i potenti droni marini (Magura V5) e i missili da crociera (Stom Shadow). E, a partire da settembre 2023, sono probabilmente gli inglesi a dirigere la «Black Sea Attack Network» (operatori di droni, pianificatori, tecnici, ufficiali e advisor sul campo), che ha colpito il quartier generale della Marina russa a Sebastopoli, e poco a poco affondato e danneggiato ben 23 navi da guerra. Al punto tale da «distruggere quasi un terzo della flotta nel Mar Nero», come ha rivelato l'ex segretario per la difesa Gran Shapps.

Di fronte a questi attacchi, non è mancata la risposta del Cremlino: utilizzando come esca alcune vecchie navi arrugginite, è riuscito a smantellare il network militare anglo-ucraino tramite le attività di segnalazione, e di lì, la battaglia navale, dal Mar Nero si è spostata a quello Mediterraneo. A conferma di ciò, negli ultimi mesi una serie di esplosioni sono state registrate a bordo di petroliere russe (o di navi da trasporto che hanno fatto scalo nei porti russi). Prima, la nave cargo Ursa Major è stata affondata tra la Spagna e l'Algeria, nel dicembre 2024, poi, a febbraio, le petroliere Seajewel, al largo di Savona, e Grace Ferrum, a poche miglia dalle coste della Libia, hanno subito un pesante attacco - con buchi negli scafi sotto la linea di galleggiamento - portando alcuni analisti della sicurezza a suggerire che le navi siano state prese di mira da mine antiuomo.

Se non fosse un caso, il filo conduttore di queste operazioni potrebbe rientrare nella guerra asimmetrica, il cui obiettivo, portato avanti da inglesi e ucraini, sarebbe quello di interrompere il trasporto clandestino di petrolio russo nonché dissuadere armatori e operatori del settore.

Gli ucraini, con il supporto degli inglesi, non sarebbero nuovi a queste azioni di sabotaggio. Non a caso l'ultimo attacco è stato compiuto tramite la manipolazione di visori da pilota di droni che sono esplosi in faccia ai soldati russi.

E a questo punto, non sarebbe nemmeno da escludere un legame tra questa sequenza di affondamenti e il naufragio del superyacht Bayesian - avvenuto a largo di Palermo nell'agosto 2024 - che vedeva a bordo il magnate della tecnologia britannico Mike Lynch, il quale, tramite la sua società di cybersecurity Darktrace, avrebbe disattivato i sistemi anti-drone e le comunicazioni dell'esercito russo, consentendo ai droni ucraini di penetrare le difese russe nell'offensiva di Kursk. Il Grande Gioco, cambiano solo i protagonisti.

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