
Gli Stati Uniti sono convinti che si stiano compiendo passi in avanti verso la pace in Ucraina. Si lavora ad una telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin, e secondo l'inviato del presidente americano, Steve Witkoff, Kiev e Mosca «sono molto più vicine oggi di quanto non lo fossero qualche settimana fa, abbiamo ridotto le differenze». Nel corso di una serie di interviste, Witkoff ha spiegato di aspettarsi una chiamata tra il tycoon e lo zar del Cremlino nei prossimi giorni dopo la proposta di cessate il fuoco di Washington. Alla domanda sui tempi per un accordo, ha detto: «Trump ha parlato di settimane e non dissento da lui, sono fiducioso che ci sia qualche progresso vero. Nessuno si aspettava progressi così veloci. È una situazione molto complicata e noi stiamo cercando di colmare il gap tra due parti. Molto resta da discutere, ma penso che i due presidenti avranno una conversazione davvero molto positiva questa settimana».
Intanto, il team di negoziatori americani incontrerà nuovamente quello ucraino, e anche i russi. Il segretario di Stato Marco Rubio, da parte sua, nel fine settimana ha sentito il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, e «hanno discusso i prossimi passi» nei colloqui per porre fine al conflitto. Una conversazione «promettente», ha spiegato Rubio: «È difficile negoziare una fine duratura di una guerra mentre le parti si sparano a vicenda, ed è per questo che Trump vuole un cessate il fuoco - ha proseguito - Se ci riusciremo, il che non sarà facile di per sé, passeremo alla seconda fase, che consiste nel negoziare qualcosa di più duraturo e permanente. Sarà difficile. Richiederà duro lavoro, concessioni da entrambe le parti, ma deve essere fatto. Questa guerra non può continuare. Il presidente è stato chiaro su questo e sta facendo tutto il possibile per porvi fine».
Mentre il consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz ha ribadito che l'Ucraina potrebbe perdere dei territori come parte dell'accordo per la pace in cambio di «future garanzie di sicurezza». Nel corso di un'intervista ad Abc News, la giornalista gli ha chiesto se un'intesa prevedesse la cessione di territori «densamente popolati da persone provenienti dalla Russia», e Waltz ha risposto che questi erano elementi di un accordo che era stato discusso nel 2022 (non ha specificato quale, ma probabilmente si riferiva ai colloqui in Turchia) «e anche prima di allora». Quindi, ha criticato la strategia della precedente amministrazione Usa, che, a suo parere, ha portato a combattimenti senza fine e aumentato il rischio della Terza guerra mondiale. «Possiamo parlare di ciò che è giusto e sbagliato. E dobbiamo anche parlare della realtà della situazione sul campo - ha detto - È quello che stiamo facendo attraverso la diplomazia».
Non è la prima volta segnale che i membri del governo di Trump fanno affermazioni del genere: anche all'inizio di questa settimana, ad esempio, Rubio ha affermato che l'Ucraina dovrà fare delle concessioni sui territori che la Russia ha sequestrato dal 2014 come parte di qualsiasi accordo. Dal Cremlino, invece, il consigliere diplomatico Yuri Ushakov ha parlato di un futuro vertice Trump-Putin: «Ci stiamo preparando per l'incontro e sarà organizzato quando necessario. Al momento sono in corso contatti ad altri livelli», ha spiegato, svelando che «questo incontro e una telefonata possono essere organizzati abbastanza rapidamente, ma non posso ancora dire nulla di specifico».
In un'intervista ad Interfax ha inoltre sottolineato come Mosca abbia ribadito agli Stati Uniti le preoccupazioni circa il piano per il cessate il fuoco, ovvero che lo considera «un tentativo di concedere un momento di respiro alle forze ucraine, che sono al momento in difficoltà poiché l'esercito di Putin è in offensiva in tutti i settori»: «in questa situazione - ha concluso - lo vediamo come un tentativo di dare alle truppe ucraine il tempo di riarmarsi e riorganizzarsi».
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