La Russia recluta prof, operai e politici per la "ricostruzione"

L'offerta di salari maggiorati per lavorare in Ucraina: è la nuova strategia coloniale di Mosca

La Russia recluta prof, operai e politici per la "ricostruzione"

È cominciata in Russia una campagna di ricerca di operai, insegnanti, funzionari pubblici e attivisti politici disposti a trasferirsi nei territori ucraini appena conquistati. Ricerca non facile (si tratta di zona di guerra) e perciò alimentata da offerte economiche molto allettanti.

Scopo dichiarato è «partecipare alla ricostruzione del Donbass» ma anche alla russificazione forzata delle province meridionali di Kherson, Melitopol, Mariupol. Russificazione che è già in corso a colpi di repressione violenta dei «nazionalisti nazisti», distruzione della cultura ucraina a partire dai musei, imposizione del rublo e dei programmi tv e scolastici russi e perfino - nel vergognoso silenzio dell'opinione pubblica internazionale - deportazione di centinaia di migliaia di civili ucraini verso la Siberia e l'Estremo oriente russo, a scopo rieducazione o (per i più riottosi) incarcerazione.

Un brutale colonialismo in terra europea in pieno XXI secolo che potrebbe apparire incredibile se non fosse che: primo, è stato lo stesso Vladimir Putin nel suo recente articolo prebellico «Sull'identità dei popoli russo e ucraino» a negare per iscritto agli ucraini il diritto stesso di considerarsi un popolo a se stante e quindi Stato indipendente; secondo, in questi mesi d'invasione gli ucraini stanno vivendo la tragica replica di un'aggressione imperialistica già subita più volte nel Novecento sia da parte russo-sovietica (soprattutto con la spaventosa carestia imposta da Stalin nel 1933-34 con il sequestro del grano ucraino: ricorda qualcosa?) sia da parte dei nazisti tedeschi (quelli veri degli anni Quaranta), che miravano a trasformare il Paese occupato in una colonia agricola di Berlino trattando i superstiti autoctoni (parole di Adolf Hitler) «come pellerossa».

Il dettaglio della ricerca di personale russo merita attenzione. Si cercano, a mezzo annunci postati su siti per la ricerca di lavoro, muratori, imbianchini, carpentieri e simili. Quasi sempre in quelle stesse province asiatiche dove Putin recluta la carne da cannone che manda al fronte ucraino. Si offrono stipendi doppi o tripli, pasti, alloggi e vacanze pagate. Gli annunci sono di imprese private, ma spesso sponsorizzati dal ministero russo delle Costruzioni. Si tace su eventuali indennizzi in caso di ferimento o morte, in compenso si ricorda che i candidati dovranno superare un esame in un ufficio dell'Fsb (l'ex Kgb di sovietica memoria).

Gli operai avranno il compito di ricostruire «alla russa» le città ucraine deliberatamente spianate, proprio come avvenne alla capitale cecena Grozny - oggi irriconoscibile - vent'anni fa su ordine di Putin.

Quanto agli insegnanti e ai funzionari-attivisti, dovranno lavare il cervello soprattutto alle giovani generazioni, facendo loro dimenticare di esser stati ucraini. Compito arduo e rischioso (gli attentati si sprecano): perciò si offrono stipendi fino a nove volte quelli pagati in Russia. Ma pochissimi accettano.

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