Sacha svanito nei boschi. Caccia al killer in fuga «Può essere pericoloso»

Il 21enne che ha ucciso il papà e un amico, cercato da decine di militari. L'ipotesi: caduto in un dirupo

Sacha svanito nei boschi. Caccia al killer in fuga «Può essere pericoloso»
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È ancora vivo Sacha Chang? È questa la domanda principale che si pongono gli inquirenti nel dare la caccia al ragazzo olandese di 21 anni fuggito nei boschi di Montaldo Mondovì - paesino di 500 abitanti ad 800 metri di altezza, in bilico tra Piemonte e Liguria, in Val Corsaglia - che ha lasciato dietro di sé una lunga scia di sangue e misteri.

L'efferato duplice omicidio, che non ha avuto testimoni, secondo una prima ricostruzione dei carabinieri della Compagnia di Mondovì, guidati dal tenente colonnello Ambrosino Tala, si è consumato tra le mura domestiche nel tardo pomeriggio di mercoledì. Da quel momento di Sacha si sono perse le tracce: sparito nel nulla, scappato verso i boschi che circondano la casa all'imbocco del paese.

A dare l'allarme sono stati alcuni operai che lavoravano nel giardino della casa, allarmati dalle grida e dal trambusto e immediatamente è scattata un'imponente caccia all'assassino, con uomini e mezzi che probabilmente non si sono mai visti in queste tranquille vallate del Cuneese. Le ricerche non si sono mai fermate, neppure con il calar delle tenebre. Ma dove sia finito Sacha, per ora resta un mistero e più le ore passano, più si infittisce. E crescono anche i dubbi. Perché la regola numero uno degli investigatori resta sempre quella del «fattore tempo»: se un caso non si risolve nelle prime ore, poi tutto diventa più complicato.

Nel piano di perlustramento di una zona vastissima come la Val Corsaglia, organizzato dagli inquirenti mobilitando uomini, elicotteri, cani e predisponendo posti di blocco su tutte le vie principali e secondarie, nulla è lasciato al caso e ogni pista è valutata con massima attenzione. Sacha Chang, con forti problemi psichiatrici che lo affliggono da quando era un adolescente, è un assassino in fuga potenzialmente pericoloso e anche se, con tutta probabilità non è armato, potrebbe esserlo comunque. Per questo i carabinieri hanno raccomandato alla popolazione, soprattutto a chi vive in zone isolate, di non uscire di casa e di fare attenzione a ogni più piccolo dettaglio che possa indicare la sua presenza. Solo e spaventato, affamato e infreddolito, la reazione del 21enne olandese potrebbe essere imprevedibile.

Questa è stata la prima mossa degli investigatori, la più rapida e intuitiva, che però perde consistenza con il passare del tempo. Perché studiata a tavolino, Sacha - un metro e ottanta di altezza, muscoli scolpiti dalla palestra e occhi grandi da bambino - avrebbe dovuto cadere presto nella rete che è stata stretta attorno a lui, e non avrebbe dovuto lasciare vie di fuga. Sicuramente sconvolto e disorientato, nessuno a cui chiedere riparo e cibo, vestito in maniera troppo leggera, ovvero maglietta e pantaloncini corti, per affrontare le notti nel boschi della valle dove pascolano cinghiali e caprioli e il termometro scende sotto i 15 gradi anche d'estate, il giovane pluriomicida avrebbe dovuto essere catturato in poche ore da uomini delle forze dell'ordine, che conoscono la zona palmo a palmo. Ed invece niente.

Così si fa sempre più strada l'ipotesi che un dirupo o una delle tante grotte della Val Corsaglia abbiano inghiottito il ragazzo mentre magari cercava riparo in quella notte che, la sua psiche malata, ha trasformato in tragedia. Forse è ancora lì che aspetta qualcuno che vada a prenderlo e lo riporti a casa, ma trovarlo tra anfratti e caverne non è facile. E forse non si è nemmeno reso conto di quello che ha fatto due giorni fa.

Il papà di Sacha lo aveva portato a Montaldo sperando che la natura e la tranquillità calmassero quei demoni che lo tormentavano e lo avevano

trasformato in un ragazzo silenzioso, spesso in preda a scatti d'ira. Invece quei demoni hanno avuto il sopravvento e ora su quelle colline incantate del Cuneese c'è un giovane assassino in fuga, soprattutto da se stesso.

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