L'8 aprile come il 25 luglio, la fine di un'epoca, l'ora di quella che agli occhi di un consigliere di opposizione doveva essere una decisione irrevocabile: togliere a Benito Mussolini la cittadinanza onoraria del Comune di Salò, ben 95 anni dopo la sua concessione. Ma non è andata così. Almeno per ora, l'onorificenza concessa al gran capo del fascismo rimane. A deciderlo il consiglio comunale che ha rigettato la mozione presentata da Stefano Zane, consigliere di opposizione della lista civica "Scelgo Salò" che a fine marzo era finito sulle prime pagine di tutti i giornali per avere chiesto il ritiro del titolo onorifico al Duce. "La questione - riporta l'Ansa - dovrà affrontarla la prossima amministrazione che uscirà dal voto di maggio" ha dichiarato il sindaco del paese Gianpiero Cipani (centrodestra). "Adesso siamo in campagna elettorale e il tema crea una tensione inutile" ha aggiunto il primo cittadino di Salò.
"Venuti a conoscenza da un articolo di stampa che nel 1924 è stata concessa la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini e che tale concessione, mai revocata, rappresenta a livello storico e politico un grande significato simbolico, e tenuto conto in particolare degli eventi che portarono la Città di Salò a rappresentare simbolicamente uno dei momenti più bui della nostra storia, con la presente mozione si chiede che il Consiglio Comunale nella seduta del prossimo 8 aprile 2019 revochi tale cittadinanza onoraria". Questo il testo integrale della mozione depositata da Zane e respinta dal consiglio comunale senza essere neppure discussa.
Un tema, quello della cittadinanza onoraria al Duce, che non sembrava avere particolarmente appassionato i residenti. "Non vedo il problema, aveva detto uno. "Cosa vai a rivangare Mussolini", la protesta di un altro. "La Rsi fa parte della storia", aveva dichiarato un terzo al Giornale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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