Fino ad ora, otto ragazzi sono stati salvati. Anche la seconda fase del recupero dei piccoli calciatori intrappolati dal 23 giugno scorso nella grotta di Tham Luang, nel nord del Paese, è andata a buon fine. Altri quattro giovani sono stati portati all'esterno. Una volta usciti, dopo alcuni controlli effettuati in ambulanza, hanno raggiunto in elicottero l'ospedale Prachanukroh di Chiang Rai, a meno di ottanta chilometri dal parco nazionale. «Sono tutti in buone condizioni di salute», ha confermato l'ex governatore Narongsak Osottanakorn, al comando delle operazioni di salvataggio. Ma nonostante questo, «saranno tenuti in isolamento almeno per un giorno, a causa del rischio concreto di infezioni», ha aggiunto. Gli stessi familiari, potranno visitarli solo dopo il completamento degli esami a cui sono sottoposti in queste ore.
Il recupero degli ultimi quattro ragazzi e del vice allenatore Nopparat Kantawong, che secondo le valutazioni mediche sarebbero considerati i più forti, invece, dovrebbe essere eseguito oggi. Ma Osottanakorn non si è voluto sbilanciare e non ha confermato che l'estrazione si concluderà in un solo giorno. «Non sono in grado di dirlo. Dipende dalla squadra di soccorso. Anche perché il loro piano è pensato per il salvataggio di quattro persone. Ed è il migliore dal punto di vista della sicurezza», ha spiegato in conferenza stampa.
All'impresa hanno partecipato i subacquei che hanno portato a termine la prima missione. In totale sono novanta: quaranta thailandesi e altri provenienti dall'estero. Ma a guidare direttamente i giovani lungo il percorso tortuoso, fatto anche di passaggi molto stretti, spesso bui e invasi dal fango, ci sarebbero tredici sommozzatori stranieri e cinque incursori della marina nazionale, i Navy Seals. Tutti esperti, con diverse missioni alle spalle. La scelta di confermare gli stessi uomini che hanno partecipato alla prima operazione, è stata presa per non disperdere la conoscenza dettagliata della via di uscita che hanno accumulato durante la missione di domenica. Questa conoscenza, inoltre, ha permesso che il recupero di ieri sia stato più veloce del precedente. Il primo ragazzo, infatti, è stato tratto in salvo dopo cinque ore e mezza, in anticipo rispetto alla tempistica prevista.
La missione di ieri è incominciata intorno alle undici del mattino - le sei in Italia - ed è terminata verso le sette di sera locali.
Quella dei soccorritori è stata per tutto il giorno una lotta contro il tempo. L'incubo più grande continua ad essere la pioggia, ricordando che ci troviamo nella stagione monsonica. Ieri non ha dato praticamente tregua. L'acqua dentro alla grotta sta risalendo e un ulteriore aumento, potrebbe complicare e allungare i tempi di recupero delle ultime persone intrappolate. I ragazzi si trovano su una lingua di terra rimasta quasi all'asciutto, a circa tre chilometri di distanza dall'entrata di Tham Luang e a ottocento metri di profondità.
Che la missione fosse difficile lo si sapeva sin dall'inizio.
La morte avvenuta nella notte tra giovedì e venerdì scorso dell'eroe Samal Gunan, l'ex incursore del gruppo d'élite della marina thailandese che stava prestando servizio come volontario, ha sottolineato gli alti rischi dell'operazione. Ma i suoi compagni lo avevano promesso: «Libereremo tutti i ragazzi anche per lui, affinché il suo sacrificio non vada sprecato». Lo stanno facendo. E a tifare per loro, oltre al popolo Thai c'è il mondo intero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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