L'effetto Salis è già svanito. Se martedì la nuova europarlamentare era stata salutata come una novità entrando nell'emiciclo Ue, nel secondo giorno di scuola la musica cambia. Dopo una cena coi genitori a Schiltigheim, nord di Strasburgo, la mattina dopo la neodeputata adotta la tattica Nanni Moretti: «Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?». Vince la prima ipotesi.Lo si scopre ieri alle 9 del mattino, orario previsto di inizio seduta. Salis arriva in Aula cinque minuti prima dell'avvio della plenaria da sola, a testa bassa e in un ingresso alternativo a quello in cui entra la maggioranza degli eletti. Vuole scongiurare contatti: è rapida e, a parte un breve saluto con l'immancabile compagno di banco Mimmo Lucano (nella foto), non viene cercata da altri. Il colpo di scena arriva a ora di pranzo. Georg Mayer (FPÖ) interviene: «C'è una deputata della Sinistra di nome Ilaria Salis che picchia volentieri le persone con un martello». E ancora: «Bisogna evitare che vengano portate delle armi in quest'Aula». L'antagonista compulsa il cellulare sullo scranno, ma è costretta a svegliarsi dal «torpore». Lucano comprende il «fattaccio» e l'avverte che qualcuno la sta offendendo. Lei a sua volta inveisce contro il Patriota e lo manda a quel paese con il braccio. A difenderla ci pensa Manon Aubry (La France insoumise): «La collega è stata imprigionata da Orban perché ha difeso i diritti fondamentali»: soprattutto quelli dell'incolumità fisica. Qua le torna il sorriso: applaude l'amica francese e corre ad abbracciarla al termine dell'assemblea.
Salis si sforza di nascondere l'umiliazione per l'attacco del «cattivone» austriaco, ma non ce la fa. Poco male: la giornata lavorativa è terminata e lei può dileguarsi verso l'uscita, in compagnia dell'ex sindaco di Riace. Of course.
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