Roma - La Vigilanza Rai blocca l'accorpamento delle testate Rai, e rende accidentato il percorso del piano di riforma voluto dal direttore generale, Luigi Gubitosi.
È una giornata sicuramente particolare quella che vive la Commissione Bicamerale guidata dal grillino Roberto Fico. Uno dei pochi casi in cui viene redatto e votato all'unanimità un documento - la risoluzione Pisicchio - pensato per imporre uno stop al piano preparato dal manager oggi alla guida dell'azienda di Viale Mazzini. Una sorta di rivolta diffusa, sottoscritta da Forza Italia, Pd e M5S contro un progetto che andrebbe, secondo i parlamentari, a comprimere autonomia e indipendenza delle redazioni, concentrando troppo potere in poche mani. Il messaggio è: ok allo stop agli sprechi, no alla fusione delle testate.
L'atto redatto dal «parlamentino» di Palazzo San Macuto si sviluppa in 17 punti. Nella risoluzione si invita il vertice della tv pubblica a «procedere a una revisione» del piano sui tg voluto dal dg Gubitosi «con l'obiettivo di garantire il pluralismo e l'identità editoriale delle singole testate». È questo il punto centrale, il passaggio vincolante che imporrà al massimo dirigente dell'azienda di rivedere, pur nel rispetto dell'autonomia aziendale che l'atto richiama, il suo testo prima di portarlo all'approvazione del cda. Dovrà inoltre informare la Vigilanza.
Nel testo si incoraggia da un lato «l'accelerazione di un processo non più rinviabile di riforma dell'informazione» Rai volta «non solo a evitare sprechi e duplicazioni e a promuovere necessarie sinergie tra le attuali testate giornalistiche, ma anche a favorire un aumento della qualità e della diversificazione dell'offerta e a consentire una migliore razionalizzazione delle risorse umane della Rai, attingendo alle professionalità esistenti all'interno dell'azienda». Dall'altro si invita a «rafforzare la definizione di una precisa linea editoriale, che caratterizzi l'offerta informativa di ciascuna delle testate giornalistiche» con i rispettivi marchi Tg1, Tg2, Tg3, Tgr, Rainews e Rai Parlamento. Insomma «no» a tg tutti uguali.
Di sicuro Gubitosi non aveva favorito la creazione del miglior clima possibile con l'intervista di ieri a Repubblica nella quale aveva sottolineato di dover fronteggiare «grandi, tenaci resistenze. Di fronte abbiamo il pc. Il partito della conservazione, che unisce una parte del sindacato a una parte della politica. Il loro obiettivo è l'immobilismo». Un affondo passato tutt'altro che inosservato nei partiti. Ci si chiede adesso come procederà Gubitosi: se proverà a forzare la mano o si rassegnerà a rivedere il suo piano. Per il momento Forza Italia festeggia. «Bocciato l'insano proposito di accorpare le testate giornalistiche Rai» dichiarano, dopo aver partecipato ai lavori, Maurizio Gasparri, Giorgio Lainati, Mariastella Gelmini e Augusto Minzolini. «La votazione unanime non sarebbe stata possibile se non fosse stata chiara la bocciatura del processo fusionista e confusionista del Dg».
Nel testo, che si compone di 17 punti, si incoraggia l'accelerazione di un processo di riforma dell'informazione
L'obiettivo del piano sui tg è quello di garantire il pluralismo e l'identità editoriale delle singole testate
Evitare sprechi e duplicazioni, promuovere sinergie tra Tg1, Tg2, Tg3, Tgr, Rainews e RaiParlamento, aumentare la qualità
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