Saluto romano al cimitero. E i due finiscono alla sbarra

Saluti romani alla commemorazione dei caduti della Rsi. Due imperiesi a processo con l'accusa di "apologia al fascismo"

Foto di repertorio
Foto di repertorio

Sanremo - Il saluto "romano" al cimitero, durante la commemorazione dei caduti della Repubblica Sociale Italiana, è costato un processo con l'accusa di "apologia al fascismo" per due imperiesi: Manuela Leotta, 56 anni, abitante a Diano Castello ed Eugenio Ortiz, 76 anni, di Sanremo, appartenenti al movimento di estrema destra "Legio Matutia", di Sanremo.

I fatti risalgono al 26 aprile del 2015, al cimitero monumentale della città dei Fiori, e con l'accusa di oltraggio a pubblico ufficiale è finita alla sbarra anche Angela Anfossi, 48 anni, accusata di aver detto "sbirra di merda" a una poliziotta del locale commissariato, che stava effettuando delle riprese con la telecamera. Oggi, davanti al giudice Sonia Anerdi del tribunale di Imperia, si è aperto il processo, rinviato al prossimo 2 luglio per l'audizione dei testi del pm. Il difensore di Anfossi, l'avvocato Sandro Lombardi, ha chiesto la possibilità di risarcire la parte offesa, per ottenere il beneficio della cosiddetta "tenuità del fatto".

Negli altri due casi, in linea con quanto di recente stabilito dalla Corte di Cassazione - secondo cui il "saluto fascista" non è reato, se ha intento commemorativo - i due imputati potrebbero essere assolti, qualora venga dimostrato che l'episodio è avvenuto durante un incontro autorizzato e non violento e in assenza di aggravanti.

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