La flat tax al 15% per gli autonomi sopra gli 85mila euro di reddito potrebbe essere una novità della prossima manovra. «La Lega ragiona sull'innalzamento del tetto e se applicarla anche agli straordinari». È quanto spiegato dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ad alcuni imprenditori al termine del suo intervento al Forum Teha di Cernobbio. Il partito sta ragionando «se innalzare il tetto rispetto agli 85mila euro», ha spiegato.
Si tratta di un obiettivo che la Lega aveva inserito tra le priorità della manovra già da tempo. Il sottosegretario all'Economia, Federico Freni, aveva infatti dichiarato qualche giorno fa che «se per ceto medio intendiamo la classe dei liberi professionisti, abbiamo già detto che la flat tax sarà confermata e stiamo lavorando per alzarla». Il problema, ovviamente, è far rientrare questo discorso all'interno di una legge di Bilancio, che dovrà essere contenuta nella soglia dei 25 miliardi di euro e rispettare i parametri del Patto di Stabilità.
Il precedente innalzamento della flat tax, contenuto nella legge di Bilancio 2023, costava circa 1,1 miliardi di euro, secondo le tabelle annesse alla manovra. Proiezioni basate su un'adesione tutto sommato contenuta al provvedimento. Il regime Irpef di flat tax al 15%, infatti, prevede alcuni vantaggi, oltre al minor carico sui redditi, quantificabili nell'esenzione Iva e in uno sconto del 35% sui contributi. Lo svantaggio è rappresentato, invece, dall'impossibilità di scaricare i costi sostenuti e dall'essere comunque soggetti all'obbligo di fatturazione elettronica. In ogni caso, la misura ha avuto successo perché dai dati del dipartimento delle Finanze nel 2022 una partita Iva su due (49,2%, ovvero 1,8 milioni di contribuenti su un totale di 3,8 milioni) ha scelto il regime agevolato. La flat tax, inoltre, consentiva un accesso rapido al concordato preventivo biennale, bypassando la valutazione degli Isa prima che questo requisito fosse sostanzialmente superato. L'innalzamento della soglia, comunque, determina un ulteriore vantaggio: ci saranno 15mila euro di ulteriore tolleranza alla permanenza. La manovra 2023, infatti, prevedeva il passaggio al regime ordinario nell'anno fiscale successivo in caso di superamento della soglia (immediato proprio al superamento dei 100mila euro). Il dibattito parte, dunque, su queste basi.
Salvini ieri ha anche annunciato novità a breve sul nucleare. «Ritengo - ha detto - che l'Italia non possa più dire di no e una delle mission più importanti di questo governo sia quella di riportare l'Italia nel contesto della modernità riavviando il dossier; se ci fosse oggi un referendum, vincerebbe il sì». Un cambio di paradigma condiviso nel governo e, soprattutto, dalla nuova Confindustria di Emanuele Orsini.
«Stiamo lavorando ad una newco italiana con partnership tecnologica straniera, che consenta a breve, intendo dare l'annuncio nei prossimi mesi, di produrre in Italia reattori nucleari di terza generazione», ha chiosato il ministro Urso.
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